Non è una novità il fatto che dopo incidenti e disastri terroristici le misure di sicurezza applicate nei luoghi in questione subiscano un forte aumento e che anche le tecnologie cui tali sistemi fanno riferimento subiscano uno sviluppo improvvisamente accelerato. È successo dopo l’11 settembre e sta succedendo ancora dopo il massacro alla Virginia Tech. Le tecnologie in questione sono sistemi di tracciamento, rilevazione e avviso basati sui dispositivi mobile (dai telefonini ai palmari) ormai largamente diffusi nel mondo occidentale.
Un primo brevetto che ha cominciato ad incontrare l’interesse di molti dipartimenti di polizia statunitensi (58 in Pennsylvania e una ventina nello stato di New York) e internazionali (si parla anche di Regno Unito e Sultanato del Brunei) è quello della Total Computer Group: trattasi di un sistema da dare in dotazione alle forze dell’ordine per garantire un rapido accesso ai database della polizia in qualunque luogo. Un sistema, dunque, che «avrebbe consentito agli agenti di identificare Mohammed Atta (uno dei dirottatori dell’11 settembre) come un terrorista ricercato dall’FBI quando fu fermato per guida senza patente in Florida» spiega Vincent Tedesco, numero uno di Total Computer Group.
Dal punto di vista della sicurezza degli studenti, invece, il massacro della Virginia Tech ha portato all’emergere di The Instant Alert Plus, sistema ideato ormai da tempo ed ora rapidamente adottato da alcuni istituti USA. Trattasi nella fattispecie di una tecnologia per l’invio multiplo e istantaneo di SMS o di microchiamate (125.000 messaggi di testo inviabili in 15 minuti assieme a 100.000 chiamate da trenta secondi, e che, qualora fosse necessario, può essere migliorato, a detta del creatore Mike Taylor, «per raggiungere anche il milione di messaggi di allerta in 15 minuti»). Chiaramente simile sistema potrebbe essere utilizzato anche per altri tipi di utilità al di fuori delle sole emergenze anti-terroristiche.