La situazione di isoHunt è sempre più ingarbugliata. Avevamo parlato non molto tempo fa delle pressioni della MPAA perché il sito implementi una blacklist di parole chiave: tutti i file contenenti quei termini che presumibilmente stanno violando i diritti di copyright, dovrebbero essere automaticamente eliminati tra i risultati delle ricerche.
Gary Fung aveva risposto, a dir vero ragionevolmente, che il fatto di contenere nel nome una parola chiave non qualifica automaticamente un file come pirata. Di questi giorni è la notizia di come una corte della California abbia chiesto a isoHunt di adeguarsi lo stesso a questa misura.
A ogni modo non si tratta di una vera e propria ingiunzione e, come appunto avevamo detto tempo fa, Gay Fung sta provando a giocarsi la carta di una versione “lite” del proprio motore di ricerca. Il fatto che una corte insista, però, con una proposta evidentemente poco funzionale, di fatto scartata anche, a suo tempo, dagli amministratori di Mininova, lancia pericolosi segnali su quanto la MPAA sia davvero disposta a cedere.