L’ufficio nazionale per il controllo delle politiche sulla droga, un’istituzione del Governo statunitense, ha condotto assieme a 6.000 ragazzi e Nielsen Online uno studio sui video che trattano in qualche maniera di droghe su siti molto frequentati come MySpace. Il risultato è che il 5% dei giovani utenti di internet ha visto un video relativo alla droga nell’ultimo mese.
Da statistiche simili (che non forniscono però una definizione esatta di cosa si intenda per video relativo alla droga) parte una battaglia della casa Bianca contro i video che mostrano l’uso di droghe. Una crociata che, come spesso accade, sembra più confusionaria e allarmata che non ponderata, visto che si afferma anche che la stima del 5% è probabilmente inferiore alla realtà se si considera la proiezione su di un anno intero. I giovani a rischio sarebbero per lo più sotto i 16 anni e il dito è puntato principalmente contro i loro genitori, che dovrebbero controllarli di più.
Nei documenti ufficiali si parla di video nei quali si fa «uso di cocaina e di marijuana attraverso uno strumento detto Bong». John Walters, direttore dell’ufficio nazionale in questione enfatizza il ruolo dello strumento web: «I genitori sarebbero schifati all’idea che qualcuno penetri in casa loro per mostrare ai loro figli come si usano le droghe. E di fatto quelle persone penetrano nelle vostre case attraverso le connessioni».
I suggerimenti ai genitori sarebbero relativi al controllo delle cronologie dei pc dei propri figli e anche dei messaggi che si scambiano con gli amici, poichè molti video relativi alle droghe sono scambiati sui siti di social networking. Tuttavia, si precisa dall’ente governativo,: «Nessuno sta parlando di censurare internet, ma soltanto del legittimo diritto dei genitori al controllo dei figli».