MySpace, il social networking nato dalla scommessa di Rupert Murdoch sulla rete, ha superato anche l’ultimo ostacolo rappresentato da Yahoo e si presenta ora al mondo come il sito più visitato di tutti gli Stati Uniti. I numeri sono impressionanti se si pensa che il sito è riuscito ad attrarre ben il 4.46% dell’utenza statunitense, superando di un soffio il 4.42% di Yahoo Mail.
I dati che dimostrano la cavalcata di MySpace sono quelli di Hitwise, secondo cui la battaglia diretta nei motori di ricerca è vinta da Google: 3.89% contro 1.36% di Yahoo (che però a livello di portale raccoglie il 4.25%). MySpace Mail si ferma al 2.85% mentre l’accoppiata MSN Hotmail ed MSN sigla rispettivamente 2.39% e 1.92% (MSN Search 0.89%). eBay è all’1.59%. Hitwise non restituisce i dati relativi al numero di utenti unici, parametro a cui provvede Yahoo: «negli Stati Uniti, Yahoo rivendica 129 milioni di visitatori unici per mesi, il 74% della popolazione online nel più grande mercato mondiale di Internet. Per contro, MySpace raggiunge solo il 30% del pubblico online, con 52 milioni di visitatori unici».
Confronto tra Google e MySpace
La cavalcata di MySpace nel campo del social networking si fa ancora più sonora se il dato del network viene confrontato con la concorrenza: il più diretto inseguitore, Facebook, ha appena un decimo degli accessi registrati da MySpace con quest’ultimo in forte crescita verso la saturazione del settore. Tutto ciò nonostante MySpace sia, da tempo ormai, nell’occhio del ciclone a causa di alcuni problemi relativi alla sicurezza degli utenti minorenni: il caso è addirittura giunto alla «House of Representatives» ove in una audizione il repubblicano Mark Kirk ha puntato il dito contro tutte quelle attività illecite di cui parte dell’utenza si macchia tramite le pagine del network dividendo così la camera tra chi intende garantire la libertà degli utenti e quanti vorrebbero invece imporre controlli garanti a tali attività. Le istituzioni hanno poi reindirizzato il discorso sulla DOPA (Deleting Online Predators Act), provvedimento che dovrebbe regolamentare con un più esteso margine di applicabilità i controlli imposti ai nascenti sistemi di social networking.