Andrew M. Cuomo, procuratore generale di New York, ha formalizzato le accuse contro Intel per comportamento anticoncorrenziale. Sulla linea di quanto già successo in Europa ed Asia, anche negli Stati Uniti il gruppo finisce così nel mirino dell’antitrust per i comportamenti non in linea con le regole della giusta concorrenza, ad anche in questo caso le violazioni sarebbero avvenute a danno della seconda della piazza: Advanced Micro Devices.
Il testo del procuratore generale usa toni duri nei confronti dell’azienda: «Intel ha usato corruzione e coercizione per mantenere un forte controllo sul mercato. Le azioni di Intel non solo hanno limitato i potenziali competitor, ma hanno anche danneggiato i consumatori ai quali è stata sottratta la possibilità di avere prodotti migliori ed a prezzi minori». Cuomo ha inoltre aggiunto di aver avuto in questi mesi proficuo dialogo con i responsabili della Federal Trade Commission, il che sta ad indicare guai ulteriori in arrivo per Intel proprio dalla FTC (ove potrebbe essere aperto un fascicolo ulteriore).
Le accuse contro Intel sono circostanziate: il gruppo avrebbe formulato offerte volte a scardinare le forniture della concorrenza imponendo ai propri partner un rapporto esclusivo con Intel, già leader del mercato. Con queste pratiche la rivale AMD sarebbe stata relegata ad un ruolo minoritario, garantendo al gruppo dominante il perpetrarsi della quota di mercato già guadagnata. Tali pratiche, però, sono entrate nel mirino dell’antitrust da tempo e da qualche mese le authority USA hanno lasciato intendere come non siano più tollerabili situazioni di monopolio che vanno a sottrarre valore al mercato.
Cuomo avrebbe indicato come prove della colpevolezza del gruppo una serie di email note da tempo agli inquirenti. In presenza della pistola fumante, Intel si è detta pronta a collaborare, ma a questo punto l’inizio del processo che porterà alla sanzione appare ormai avviato.
E visto che le cattive notizie non giungono mai sole, per Intel le preoccupazioni si estendono anche alla borsa: gli analisti Morgan Stanley hanno tagliato le prospettive dell’intero comparto, vedendo al ribasso le performance per i prossimi mesi e spuntando quindi gli entusiasmi che si erano accesi dopo le ultime trimestrali di cassa. Morgan Stanley ha voluto esprimersi con un giudizio di “cautela” sul mercato dei semiconduttori, indicando possibili ricadute di breve periodo sulle azioni.
La note negative non sembrano comunque aver pesato eccessivamente sulle azioni, le quali hanno condotto l’ultima seduta in attivo fin dall’apertura di Wall Street.