Per gli MMS su iPhone è scattato il countdown. Negli Stati Uniti, infatti, Apple ed AT&T sono stati messi con le spalle al muro da una denuncia che impone anticipatamente ai due gruppi una scadenza specifica: prima che l’autunno giunga, le parti dovranno abilitare gli MMS. Ogni promessa è debito, ogni clausola è un patto.
La denuncia è stata presentata nei giorni scorsi e la richiesta è di 5 miliardi di dollari. Apple ed AT&T, infatti, sarebbero ritenuti colpevoli per aver promesso la possibilità di utilizzare MMS ai possessori di iPhone 3.0, spingendo pertanto molti utenti all’acquisto del telefono con la mela. L’uso degli MMS è stato promosso con molte modalità (dal sito web, tramite brochure ed altri canali), rendendo tale funzione universalmente riconoscibile come correlata alle caratteristiche del telefono. Un asterisco, però, divide la teoria dalla realtà.
La clausola indicava la promessa per cui gli MMS sarebbero stati disponibili entro la fine dell’estate. La funzione, infatti, doveva essere ancora attivata, lasciando pertanto gli utenti senza una caratteristica propria di molti telefoni (ed a maggior ragione da considerarsi dotazione standard nel più noto degli smartphone). Alla richiesta di chiarimenti, le parti non hanno fatto altro che ribadire quanto preannunciato: entro l’estate arriveranno anche gli MMS.
Per Apple ed AT&T, ora, manca poco meno di un mese: il 21 Settembre sarà formalmente la fine dell’estate, e con l’arrivo dell’autunno la denuncia avrà un suo spessore reale. Al momento c’è solo una minaccia, ed un avviso: un asterisco potrebbe dividere la soddisfazione dall’insoddisfazione, il monito dalla condanna.
A breve, in ogni caso, molte cose potrebbero cambiare: il legame esclusivo con AT&T dovrebbe definitivamente sciogliersi nel 2010, quando il telefono con la mela sarà probabilmente affare multi-carrier. Mancano però ancora parecchi tasselli, ed una nuova versione di iPhone potrebbe pertanto arrivare la prossima estate per abbracciare anche i carrier finora tenuti fuori dagli accordi con Cupertino.