Ricordate la storia del Millenium Bug? Era l’isteria collettiva che si diffuse a fine millennio, data dalla paura che una discrasia tra ciò che i computer avrebbero percepito nel cambio di data tra ’99 e duemila non avrebbe corrisposto alla realtà e che questo avrebbe causato infiniti danni economici. In realtà tutto fu patchato per tempo e nessuno si rese conto di nulla.
Ora una simile isteria (ma in piccolo e decisamente più fondata, per quanto sempre senza conseguenze) ha colpito le aziende americane nel momento in cui si avvicinava il cambio verso l’ora legale, che è avvenuto con successo oggi. La paura di un nuovo baco che scombinasse il mondo dei computer era data dal fatto che da quest’anno la data per l’arrivo dell’ora legale viene anticipata di una ventina di giorni rispetto al solito. La decisione è stata presa nel 2005 all’interno di un piano per l’aumento del risparmio energetico. Nell’ultima settimana quindi si sono fatte sempre più insistenti le voci secondo le quali molte aziende importanti che tengono in pugno la vita di imprese più piccole non avrebbero provveduto correttamente ad impostare i propri server.
E’ stato il caso di GoDaddy.com, primo registrar americano, che è stato oggetto di una piccola bufera dal momento in cui un cliente, tale George Baltzell, ha realizzato un script in PHP per verificare se il registrar si fosse preparato adeguatamente. Il risultato è stato negativo, così il cliente si è rivolto per tempo all’assistenza la quale ha risposto che, stando i server di GoDaddy in Arizona, il gruppo non era interessato dal cambio di ora. Chiaramente però il cambio avrebbe interessato tutti i loro clienti, i quali potevano anche non risiedere in quegli stati non toccati dalla riforma dell’ora legale, com’era il caso di George Baltzell.
Il botta e risposta tra i due è durato una settimana ed è subito finito sui giornali, costringendo GoDaddy a far scendere in campo il capo della sicurezza informatica per assicurare a tutti che il colosso dei domini è pienamente in regola con il cambiamento di ora e non ci sarebbero stati problemi.
Chi non esce positivamente dalla situazione è Microsoft, gruppo che da questa circostanza ha visto emergere un ulteriore problema di integrazione tra i suoi strumenti. I sistemi di Bill Gates infatti avevano bisogno di ben due patch, una per Windows e una per il calendario di Outlook, perchè una volta distribuita la prima i clienti si sono trovati con la curiosa situazione per la quale il calendario di Windows e quello di Outlook non combaciavano più. E ancora peggio è andata a chi ha richiesto aiuto all’assistenza per sistemi più vecchi come Windows 2000. Alcuni clienti si sono infatti visti chiedere anche 4000$ per ricevere una patch che «non solo doveva essere gratuita ma che doveva essere pronta già un anno fa», come ha commentato Shad Collins direttore del settore IT per la catena di ristoranti Bojangles, una delle tante aziende particolarmente danneggiate.