USA, Rojadirecta torna ai suoi proprietari

Rojadirecta non è più sotto accusa: le autorità statunitensi hanno ordinato il dissequestro, riconsegnando il portale alla società Puerto 80.
USA, Rojadirecta torna ai suoi proprietari
Rojadirecta non è più sotto accusa: le autorità statunitensi hanno ordinato il dissequestro, riconsegnando il portale alla società Puerto 80.

Agli inizi del 2011 l’Immigration and Customing Enforcement degli Stati Uniti ha messo a segno un importante colpo contro la distribuzione di contenuti multimediali protetti dal diritto d’autore online, con particolare riferimento allo sport, sequestrando alcuni siti Web ritenuti illegali. Tra questi figurava anche il celebre portale Rojadirecta e se in tale occasione la decisione ha fatto discutere, altrettanto accadrà con la nuova mossa da parte delle autorità, le quali hanno deciso autonomamente di dismettere il caso e riconsegnare i due domini sequestrati alla società Puerto 80.

Dopo 18 mesi di accuse e tentativi da parte dei legali della compagnia di dimostrare l’assoluta legalità di un portale quale Rojadirecta, non direttamente collegato con i flussi in streaming di eventi sportivi linkati nelle pagine, la vicenda sembra quindi destinata a risolversi con un nulla di fatto. La decisione da parte dei giudici degli Stati Uniti segue le due giunte in Spagna precedentemente al sequestro, le quali avevano stabilito in entrambi i casi l’infondatezza delle accuse contro Rojadirecta.com e Rojadirecta.org.

La denuncia da parte dell’ICE parlava di tentativi di aggregare riferimenti a contenuti illegali presenti sul Web, con oltre la metà dei link presenti nelle pagine di Rojadirecta che facevano riferimento a flussi in streaming protetti dal diritto d’autore. I proprietari del portale, inoltre, avrebbero guadagnato da tale attività almeno 25 mila dollari tra il 2006 ed il 2011 grazie a Google AdSense. Accuse, queste, ritenute improprie da parte dei legali di Puerto 80, i quali hanno denunciato l’ICE evidenziando come la legge in materia di copyright riguardi esclusivamente le violazioni dirette, mai messe in atto da Rojadirecta.

Nelle ultime settimane, poi, è accaduto l’inatteso: dapprima le autorità hanno deciso di chiudere il caso relativo a Dajaz1, blog legato alla distribuzione di musica online ritenuto innocente; in un secondo momento, poi, i giudici hanno stabilito che anche Rojadirecta, sulla base di quanto stabilito per Dajaz1, non risulta aver infranto la legge statunitense e dunque i due domini sequestrati possono essere restituiti ai legittimi proprietari.

Quanto accaduto può quindi rappresentare un importante precedente nel campo della lotta al copyright, con numerosi siti Web sequestrati nei mesi scorsi che potrebbero usufruire di tale esempio per trovare una scappatoia dai problemi legali sorti in seguito alla decisione da parte dell’ICE di incrementare le misure volte a sconfiggere la pirateria online. Allo stesso tempo, però, la vicenda sottolinea ancora una volta la necessità da parte degli Stati Uniti di rivedere le normative in atto, come sottolineato da numerosi esperti di diritto, sorpresi dalla semplicità con la quale le autorità a stelle e strisce possono ricevere un mandato per il sequestro di un sito Web senza che vi siano chiare prove circa la colpevolezza dello stesso.

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