A distanza di poche ore dalla storica sentenza nel caso Grokster, la Corte Suprema degli Stati Uniti torna protagonista della cronaca per una nuova decisione che lascerà un importante segno sul mercato. Con una votazione finita con 6 voti favorevoli e 3 contrari, la Corte ha infatti stabilito che le aziende che offrono connettività via cavo non saranno tenute a condividere la propria infrastruttura rivendendo a prezzi “wholesale” l’accesso alle linee.
La decisione è stata immediatamente largamente contestata da Brand X ed EarthLink, aziende che si erano schierate contro la Federal Communications Commission (FCC, agenzia governativa USA nata con il Communications Act del 1934) per sbandierare il proprio diritto ad un equo accesso ai “canali della telecomunicazione” (dalla Corte giudicati in qualità di “canali di informazione”).
Quest’ultimo distinguo improntato sulla funzione d’uso del network costituirà la base portante della sentenza: il voto configura una netta vittoria per i gruppi che controllano ad oggi il cablaggio del territorio, rafforzando dunque quello che è a tutti gli effetti un ferreo oligopolio sul quale la FCC ha la responsabilità di vigilare. A pagare pesante pegno per la sentenza pronunciata dalla Corte saranno i gruppi che speravano nell’accesso alla linea per proporre sul mercato le proprie offerte. Earthlink ha visto cadere di vari punti percentuali il proprio pacchetto azionario immediatamente dopo la divulgazione della sentenza.
Il mercato USA non va però affiancato al mercato europeo per svariati motivi. La storia ha infatti visto svilupparsi da una parte un mercato prettamente privato, mentre dall’altra la maggior parte delle linee è stata posata tramite finanziamenti ed opera statali. E così mentre oggi in Europa si tenta di svincolare dai limiti monopolistici i vari mercati nazionali (l’esempio italiano ne configura un lampante, quanto ingessato, esempio; l’esempio inglese ne fa da contraltare, con BT presto divisa in due tronconi), negli USA la tutela dei privati che hanno investito nelle reti rimane ferrea.
La difesa dei gruppi vittoriosi sotto la bandiera della FCC aveva fatto altresì perno sulla necessaria salvaguardia della qualità degli accessi: l’apertura ad un numero consistente di nuove offerte avrebbe infatti sottoposto il canale ad una domanda eccessiva, a discapito delle prestazioni offerte. Il 6-3 della Corte ha attribuito il set finale alle cosiddette “Telcos”, e l’oligopolio della Rete USA rimane dunque confermata e rafforzata: una vittoria importante, dunque, per l’impostazione che l’amministrazione Bush aveva indicato per il mercato.
Con un proprio comunicato ufficiale EarthLink commenta le sentenza spiegando come la FCC neghi una maggiore possibilità di scelta per gli utenti. EarthLink conferma inoltre il perseguimento della propria mission aziendale tentando di collaborare con il Congresso al fine di modificare il Telecommunications Act che regola ad oggi il settore.