Lo spauracchio che in molti temevano ha preso corpo e minaccia ora il futuro della Rete d’oltreoceano. La FCC (Federal Communications Commission) ha votato la cancellazione delle norme introdotte nel 2015 all’epoca dell’amministrazione Obama a tutela della Net Neutrality. Cosa cambia? Gli ISP, i provider che forniscono l’accesso alla Rete, potranno scegliere di privilegiare la distribuzione dei contenuti di alcune piattaforme o la consultazione di determinate fonti, a scapito di altre.
Si rischia così di incappare in una “Internet a due velocità”. Una doverosa precisazione: quanto deciso ha effetto solo ed esclusivamente negli Stati Uniti. Chi ne farà le spese? Soprattutto coloro che, per via di una possibilità di scelta limitata o a causa del digital divide che ancora affligge una buona parte delle aree rurali, sono costretti a connettersi attraverso un solo ISP, obbligati così a sottostare alle sue regole e decisioni.
Una prospettiva che trova l’opposizione di molti, compresa la Internet Association che riunisce giganti hi-tech come Google, Facebook, eBay, Amazon, PayPal, Netflix, Microsoft e Uber, solo per citare i nomi più importanti. Questa la dichiarazione del gruppo, firmata dal presidente e CEO Michael Beckerman.
L’industria di Internet si oppone all’abrogazione voluta da Ajit Pai dell’Open Internet Order del 2015. Il voto di oggi rappresenta un distacco da oltre un decennio di consento ampio e bipartisan sulle regole che governano il mondo online. Fare affidamento sugli ISP e sulle loro promesse non garantisce la neutralità della Rete ed è un male per gli utenti.
Oltre la metà degli utenti statunitensi non ha modo di scegliere l’ISP a cui affidarsi per l’accesso a Internet e in seguito alla decisione della FCC rischia di veder compromessa la propria esperienza online. I primi effetti si dovrebbero avvertire già entro le prossime settimane. C’è anche chi teme che, in questo modo, piattaforme e servizi possano in futuro arrivare ad applicare un sovrapprezzo per l’accesso ai loro contenuti.
La battaglia non è finita. La Internet Association sta al momento valutando le opzioni a disposizione per intraprendere un’azione legale contro la decisione di oggi e rimane aperta al Congresso al fine di trasformare in legge misure a protezione della Net Neutrality.