Sì, gli Anonymous possono rappresentare un pericolo concreto. Ad esprimere la sentenza è il direttore della National Security Agency, gen. Keith Alexander, il quale ha riferito in un meeting alla Casa Bianca tutta la propria preoccupazione per quel che potrebbe accadere in caso di attacco.
Il rischio non sarebbe imminente, ma sarebbe comunque concreto. Secondo la NSA oggi gli Anonymous non hanno ancora la potenza di fuoco necessaria per mettere in pericolo elementi strategici per la sicurezza degli Stati Uniti d’America (risorse a cui potrebbero oggi attingere soltanto Russia e Cina), ma in futuro le cose potrebbero cambiare: una maggiore organizzazione ed una maggior partecipazione di nuovi affiliati potrebbero entro 2-3 anni dar vita ad un nuovo potenziale nemico da tenere sotto osservazione.
I timori sono legati soprattutto alle reti di distribuzione dell’energia, asset strategici che potrebbero essere potenzialmente nel mirino di chi volesse portare avanti azioni di disturbo o dimostrative. Quelli che oggi sono dei piccoli DDoS, insomma, in futuro potrebbero essere qualcosa di molto più importante e pericoloso e la NSA intende mettere fin da subito le mani avanti.
Minori credenziali vengono invece riposte sulla possibilità per cui la “Legione” possa mettere knock-out i server su cui si basa il servizio DNS (un attacco di questo tipo porterebbe infatti ad affossare l’intera rete internet). L’attacco, denominato “Operation Global Blackout”, è stato preannunciato per il prossimo 31 marzo: prove tecniche che la NSA terrà a questo punto sotto stretta osservazione.