Gli Stati Uniti hanno deciso di dare un giro di vite alla stretta giurisprudenziale contro il cybercrimine. Una nuova norma, se approvata, porterà via gran parte dei limiti legislativi che oggi permettono ai criminali del web di ovviare a condanne e indagini, offrendo soprattutto alle vittime una via d’uscita rappresentata da una possibilità di risarcimento.
La “Identity Theft Enforcement and Restitution Act” ha come scopo primario proprio un aiuto alle vittime del cybercrimine. La legge ancora dovrà affrontare l’intero iter burocratico verso l’approvazione, ma da più parti si esprime pieno ottimismo per una legge che finora ha avuto totale approvazione bipartizan. L’ipotesi è quella per cui il processo ostruzionistico nei confronti del crimine online abbia il proprio tallone d’Achille proprio nelle armi legislative, ove la ricerca e le possibilità rese possibili dalla tecnologia soccombono in ostacoli burocratici e limiti privi di utilità.
La legge permetterà innanzitutto alle vittime del cybercrimine di chiedere un rimborso agli autori della truffa, rimborso comprendente peraltro anche costi, danni e tempo perduti a causa degli attacchi subiti. Inoltre viene meno un orpello legato alla differenza di stato tra truffatore e truffato, mentre si estende la casistica a cui poter applicare la normativa. Patrick Leahy ed Arlen Specter sono i due senatori che hanno firmato la proposta, la quale peraltro ottempera anche i casi di cyber-estorsione che spesso hanno fatto seguito alla manifestazione di importanti attacchi di tipo DDoS. La proposta originaria è datata 16 ottobre ed il 15 novembre è il giorno della prima approvazione al Senato (con voto all’unanimità). La procedura prevede ora la votazione presso la “house” prima della firma finale del Presidente Bush.