National Highway Traffic Safety Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della sicurezza sulle strade, ha confermato ciò che era nell’aria ormai da tempo: a partire dal maggio 2018, tutte le automobili immesse sul mercato dovranno per forza di cose essere equipaggiate con un sistema di videocamere posteriori, o “backup cameras” come vengono chiamate oltreoceano. Questo, secondo le previsioni, contribuirà ad evitare fino a 70 morti accidentali ogni anno.
La normativa USA si è dunque adeguata alle richieste di NHTSA e, probabilmente, lo stesso avverrà in futuro anche altrove. I produttori di veicoli hanno dunque circa quattro anni a disposizione per studiare e implementare soluzioni di questo tipo. Alcuni automaker si sono già portati avanti con il lavoro e l’ente si aspetta che, una volta entrato in vigore l’obbligo, già oltre il 70% delle vetture presenti negli Stati Uniti sarà dotato di questa tecnologia. Dal punto di vista tecnico, il sistema di compone essenzialmente di una videocamera posizionata nella parte posteriore e di un display integrato nel cruscotto, per una spesa totale quantificata in circa 140 dollari. La normativa parla di un obiettivo in grado di inquadrare l’area compresa in una distanza che va da tre a sei metri dietro l’automobile.
Garantire la sicurezza è la nostra prima priorità e siamo impegnati per proteggere le vittime più vulnerabili degli incidenti che si verificano durante la retromarcia: i nostri figli e le persone anziane. Come padre, posso solo immaginare quanto siano strazianti queste tragedie per le famiglie, ma speriamo che le leggi di oggi possano un giorno contribuire a ridurne il numero.
Queste le parole di Anthony Foxx, segretario della US Transportation. Quella statunitense è una decisione che verrà quasi certamente ripresa anche nel vecchio continente, nell’ottica di garantire la sicurezza sulle strade non solo per chi si trova al volante, ma anche a tutti coloro che si trovano a transitare vicino ad un veicolo in movimento.