Aveva creato un falso profilo su Facebook fingendosi una teenager con lo scopo di attirare l’attenzione di ragazzini ai quali aveva richiesto l’invio di foto e video osé. Finendo poi per chiedere prestazioni sessuali da alcuni di essi con la minaccia di diffondere su Internet il materiale compromettente.
La vicenda si è svolta tra la primavera del 2007 e dicembre del 2008, quando Anthony Stancl, un diciannovenne del Wisconsin, si è macchiato del reato di violenza sessuale su alcuni minori suoi compagni di classe.
Gli investigatori raccontano, inoltre, di aver trovato sul PC di Stancl circa 300 foto di maschi minorenni tra cui diversi sotto i 15 anni. Aspetto che ricollega il tutto all’età delle circa 30 vittime di Stancl, che erano circoscritte, come accennato prima, alla cerchia dei compagni di classe: sono stati infatti almeno 7 di loro che il diciannovenne ha obbligato ad avere rapporti sessuali con tanto di riprese video fatte con il proprio telefonino.
Un reato che ha convinto il giudice ad infliggere al ragazzo, peraltro già tenuto d’occhio dagli inquirenti a causa di un allarme bomba che, nel novembre 2008, aveva fatto chiudere la New Berlin High School, 15 anni di carcere.
Una pena esemplare che ha risvegliato, negli USA, gli allarmi lanciati dalle associazioni dei genitori sulla sicurezza dei ragazzini sul Web, aspetto sociale da tenere sempre più in considerazione in una società sempre più aperta al mondo di Internet, con i vantaggi e con i rischi che ne conseguono.