Vajont.info: Anonymous attacca il sito di Paniz

Anonymous ha effettuato il defacing del sito dell'onorevole Maurizio Paniz, dopo la chiusura del portale Vajont info.
Vajont.info: Anonymous attacca il sito di Paniz
Anonymous ha effettuato il defacing del sito dell'onorevole Maurizio Paniz, dopo la chiusura del portale Vajont info.

Il noto gruppo di hacktivisti Anonymous ha condotto un attacco informatico contro il sito dell’onorevole Maurizio Paniz, sostituendo la homepage con la famosa maschera di Guy Fawkes. L’azione dimostrativa rappresenta la risposta alla recente chiusura del portale Vajont.info, avvenuta in seguito a un ordine di sequestro preventivo da parte del GIP di Belluno.

La scorsa settimana, il GIP ha ordinato l’inibizione dell’accesso al sito dedicato al disastro che causò la morte di 1.918 persone. La motivazione è diffamazione nei confronti degli onorevoli Maurizio Paniz e Domenico Scilipoti. Il blocco dell’indirizzo IP virtuale condiviso ha però provocato la chiusura di altri 200 siti che non hanno nessun legame con Vajont.info. È arrivata dunque puntuale la vendetta degli Anonymous che hanno pubblicato sul sito di Paniz la seguente frase:

Salve Maurizio Paniz. Piacere di conoscerla. We are Anonymous.

Con un comunicato, il gruppo di hacker etici ha rivendicato l’attacco informatico, spiegando i motivi del proprio gesto:

Interessante è notare come la magistratura italiana abbia fatto il suo esordio censorio in rete con un portale del genere, andando a ledere il diritto primario all’informazione, come se si volesse costituire un precedente: il giudice decide cosa si può scrivere e cosa si può sapere, ledendo gravemente i diritti all’informazione dei cittadini italiani che potrebbero vedere scomparire dal mondo della rete interi quotidiani, blog, portali informativi, in virtù di una o più frasi ritenute lesive dei diritti di un singolo cittadino.

Secondo Anonymous, l’oscuramento del portale rappresenta una chiara violazione della libertà di informazione, una pratica che potrebbe essere applicata anche in futuro per chiudere qualsiasi sito a colpi di sequestri preventivi e censure. Come sempre in questi casi è sufficiente un po’ di buon senso: non era necessario oscurare un intero sito, ma solo chiedere la cancellazione della frase incriminata.

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