Pare che, a partire dagli Stati Uniti e dal Giappone, mercati particolarmente attenti e ricettivi rispetto alle novità tecnologiche, si avverta sempre più la necessità o perlomeno l’opportunità di usufruire di tecnologie domotiche o più in generale di building automation, specialmente per quanto riguarda la fascia alta del mercato.
Il recente abbattimento dei costi d’installazione però, ad opera soprattutto di ditte come Control4 e Colorado vNet, potrebbe forse preludere ad un ulteriore avvicinamento dei consumatori, mirando a rendere la domotica una tecnologia di utilizzo ampio e quotidiano.
A favorire tale processo emerge, secondo alcuni analisti, un’ulteriore considerazione. Il dibattito sull’ambiente è all’ordine del giorno e alcune cause che si identificano alla base dei problemi ambientali possono essere ricondotte non soltanto a scelte sulle modalità di produzione di energia ma anche ad un utilizzo inefficiente delle risorse energetiche a disposizione.
In questo senso l’adozione di un impianto domotico potrebbe migliorare la situazione, consentendo un notevole risparmio energetico e riducendo pressoché a zero gli sprechi, come sottolineato anche da un recente articolo del New York Times, a firma di Micheal Fitzgerald.
Secondo altre fonti invece, come ad esempio il popolare sito Greenbuildingelements, vi sono alternative altrettanto efficienti e più economiche a cominciare dall’utilizzo di illuminazione a LED o fluorescente o ancora alla scelta di applicazioni efficienti dal punto di vista del consumo di energia, per finire ad un utilizzo consapevole degli strumenti a disposizione. Sempre secondo tali fonti la domotica, per quanto interessante dal punto di vista tecnologico, non dovrebbe essere vista come il metodo migliore per evitare gli sprechi.