È ufficiale, non ci sono più dubbi: la tecnologia sta per entrare prepotentemente sul terreno di gioco. La moviola in campo farà il suo debutto in Serie A già nella stagione 2017-18, con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto, affiancando così l’occhio di falco nel tentativo di ridurre il più possibile le decisioni errate. Una notizia giunta poche ore dopo il commissariamento della Lega a Carlo Tavecchio, attuale presidente FIGC e da sempre sostenitore del VAR. La conferma arriva da Marcello Nicchi, numero uno dell’Associazione Italiana Arbitri.
VAR: la moviola in campo
Ora sappiamo che fin dalla prima giornata del prossimo campionato il sistema sarà operativo in tutti gli stadi italiani, ma cos’è esattamente il VAR? L’acronimo indica, per esteso, Video Assistant Referee, che tradotto diventa “assistente arbitrale video”. In altre parole, il direttore di gara potrà affidarsi alle riprese delle telecamere per analizzare le situazioni più complesse subito dopo aver interrotto l’azione, attraverso un monitor posizionato a bordo del perimetro di gioco. Addio dunque alle polemiche per offside inesistenti o non fischiati (ne sa qualcosa mister Ancelotti, eliminato dalla Champions da due gol di CR7 decisamente poco regolari). O almeno così si spera.
L’utilizzo del VAR è stato approvato nel giugno 2016 dall’International Football Association Board, organizzazione che stabilisce le regole del calcio. Due mesi più tardi il debutto ufficiale nello stadio americano per il match New York Red Bull II-Orlando City B. Poi fu impiegato anche nell’amichevole Francia-Italia e nella Coppa del Mondo per Club, dove però ha mostrato alcune debolezze.
Se i sostenitori della moviola in campo sono numerosi, i detrattori di certo non mancano. Zinédine Zidane lo ha definito una potenziale fonte di confusione e il centrocampista dei galácticos Luka Modrić ha espresso apertamente opinioni negative sul sistema. In ogni caso, questo sembra essere il futuro del calcio. L’Italia è in prima linea, a livello europeo insieme a Olanda e Germania, altri due paesi che hanno deciso di adottare la tecnologia. Anche in Francia è in fase di test.