Le macchine che “parlano” tra di loro scambiandosi informazioni come velocità, distanza, frenate, direzioni ed ostacoli non sono fantascienza, ma una solida realtà che presto solcherà le strade in tutto il mondo. Quelle che sono chiamate comunicazioni Vehicle-to-Vehicle dovrebbero arrivare negli abitacoli entro il 2020, almeno secondo gli ambiziosi progetti della National Highway Traffic Safety Administration americana. L’obiettivo è ovviamente quello di migliorare la sicurezza sulle strade riducendo gli incidenti e ottimizzando, contestualmente, il comfort di chi guida. Il futuro dell’auto è dunque sempre più interconnesso, cercando in questo elemento quel passo fondamentale che trasforma la guida manuale in guida assistita, nella direzione ineludibile della guida autonoma. I veicoli non dialogheranno solo con le infrastrutture stradali come i semafori intelligenti, i sensori di movimento, i sistemi GPS e tanto altro ancora, ma comunicheranno anche tra di loro per scambiarsi informazioni e prevenire eventuali ostacoli o incidenti.
Vehicle-to-Vehicle per ridurre gli incidenti
I modelli futuri di mobilità intelligente prevedono che la mobilità in auto sia completamente interconnessa. Le auto potranno, dunque, accedere ad una serie di dati che permetteranno di migliorare la sicurezza di chi guida grazie ad una conoscenza più approfondita del contesto nel quale ci si sposta. Le strade smart del futuro saranno in grado di rilevare attraverso una moltitudine di sensori informazioni come traffico, velocità, clima, potenziali rischi e altro: grazie a questi dati le auto potranno viaggiare più sicure e chi guida potrà impostare la giusta direzione nella certezza di poter evitare code e incidenti.
Ma le auto connesse alle strade serviranno a poco se non potranno comunicare anche tra di loro. Ecco l’idea da cui parte il progetto di Vehicle-to-Vehicle che prevede che le auto possano scambiarsi le informazioni tra i rispettivi sistemi informatici on-board per migliore ulteriormente la sicurezza sulle strade e preservare la salute e la sicurezza dei viaggiatori. Le macchine non saranno, dunque, solo degli elementi passivi inseriti in una grande rete fisica, ma anche attori protagonisti che forniranno informazioni preziose per la sicurezza delle strade attraverso una rete informatica.
In tal senso l’auto diventa una mera unità informativa all’interno di un sistema complesso, con il quale interagisce in modo autonomo fornendo i propri parametri di viaggio per ottenerne in risposta consigli sulle scelte di percorrenza o avvisi per improvvise problematiche. Il sistema sarà con ogni probabilità del tutto silente, operando al di fuori di comandi o interessamento della persona: quest’ultima ha la sola funzione di validare le scelte operate dal sistema, facendosene consapevole al termine di una elaborazione complessa e basata su dati, cloud e connettività.
Vehicle To Vehicle, la soluzione Ford
La tecnologia di comunicazione Vehicle To Vehicle sfrutta tipicamente un sistema di comunicazione a corto raggio che permette ai veicoli di comunicare tra di loro all’interno di una rete “mesh”. Tale modello è stato presto abbracciato da Ford, che ha presentato una sua variante di facile implementazione, ma allo stesso tempo di estrema efficacia. La piattaforma Vehicle-to-Vehicle di Ford si avvale di un modulo WiFi che utilizza lo standard 802.11p, una versione semplificata del ben noto standard wireless espressamente utilizzata per le comunicazioni a corto raggio di questo tipo e che sfrutta la frequenza da 5.9 GHz.
Questa piattaforma permetterà non solo di consentire il dialogo tra le vetture ma anche lo scambio di dati con l’infrastruttura stradale. La piattaforma Ford è in grado di scambiare dati relativi alla posizione, utilizzando il GPS dell’auto, alla velocità, alla direzione e tanto altro. Queste informazioni sono inviate sino a 10 volte al secondo a tutti i veicoli che si trovano nel raggio d’azione del modulo wireless.
La piattaforma messa a punto da Ford può essere vista come un copilota in grado di assistere i veicoli nelle situazioni più critiche. Per esempio, il sistema Vehicle-to-Vehicle Communication di Ford avviserà le auto nelle vicinanze dell’inizio di una fase di sorpasso, di una frenata improvvisa e di altre situazioni di potenziale pericolo. Le auto presenti nel raggio d’azione non interverranno automaticamente agli input, ma semplicemente avviseranno l’autista attraverso alcune tipologie di alert sonori o visivo come per esempio il lampeggio di qualche spia sul cruscotto o in qualche zona del veicolo facilmente individuabile. Il sistema Vehicle-to-Vehicle non prenderà, dunque, possesso dell’auto mettendo da parte l’essere umano. Questo, almeno per il momento.
Vehicle-to-Vehicle: sicurezza prima di tutto
Affinché la tecnologia Vehicle To Vehicle possa davvero portare ad un miglioramento della sicurezza delle strade, deve essere a sua volta sicura ed affidabile. Due sono, infatti, i problemi principali: la saturazione delle frequenze e la presenza di falle che possano essere sfruttate dai cracker.
La saturazione delle frequenze è un problema serio che può portare a difficoltà di comunicazione tra veicoli annullando, di fatto, tutti i vantaggi di questa tecnologia. Almeno in linea teorica, infatti, la tecnologia Vehicle To Vehicle potrebbe soffrire la presenza di troppe auto nella stessa zona. Probabilmente, per risolvere alla radice questo problema le case automobilistiche dovranno migliorare la tecnologia di comunicazione utilizzando frequenze diverse o riuscendo a comprimere più auto all’interno del medesimo canale, ottimizzando gli scambi attraverso protocolli ad hoc in grado di gestire al meglio le particolari condizioni entro cui avviene il dialogo tra le auto: messaggi frammentati e rapidi da concludersi nel giro di quei pochi secondi in cui un’auto è nello stesso raggio d’azione di un’altra.
Molto seria anche la problematica dell’affidabilità della piattaforma: l’utilizzo di una rete wireless rende infatti la tecnologia Vehicle To Vehicle aperta ad eventuali attacchi cracker, con tutte le conseguenze che potrebbero derivarne. Un eventuale malintenzionato che accede alla rete dell’auto può prenderne il controllo o inviare falsi dati che possono portare a generare caos e confusione a chi guida mettendo a rischio la vita degli occupanti.
Per proteggere adeguatamente le auto, Ford ha deciso di firmare le comunicazioni Vehicle To Vehicle proprio come si fa con il protocollo SSL per i siti web. Inoltre, l’indirizzo MAC varierebbe ogni 5 minuti rendendo difficile l’individuazione della fonte. Questo sistema di crittografia dovrebbe dunque consentire comunicazioni affidabili e sicure a prova di cracker.
La sicurezza della piattaforma è un punto imprescindibile se l’obiettivo reale è quello di diffondere l’utilizzo di questa tecnologia di comunicazione. Tuttavia questo è solo l’inizio in quanto le case automobilistiche dovranno investire in modo coordinato sui protocolli di sicurezza per poter davvero implementare la tecnologia Vehicle-to-Vehicle sulle loro auto. Serve, infatti, uno standard unico che permetta alle auto di poter dialogare tra loro in completa sicurezza, ma ci si può arrivare soltanto attraverso uno sforzo congiunto e nessuna frammentazione di sorta. Per parlarsi, le auto devono parlare la stessa lingua: un Esperanto della mobilità, per certi versi, da imporre alle macchine per il bene dell’uomo.