Il giudice Howard Matz ha firmato una sentenza in grado di diventare la chiave di volta nel rapporto tra le grandi etichette ed i siti di video-sharing. Improvvisamente, infatti, gli equilibri sembrano essersi ribaltati e, in attesa del prossimo grado di giudizio, i legali di YouTube stanno probabilmente festeggiando il nuovo appiglio offerto nella causa lanciata da Viacom.
Il caso vedeva alla sbarra Veoh, sito per la raccolta di video online, chiamato a rispondere per infrazione di copyright. La denuncia è stata portata avanti dalla Universal Music Group, gruppo Vivendi. L’accusa era per molti versi simile a quella formulata da Viacom proprio contro YouTube: i siti di video-sharing incoraggiano e permettono alla pubblicazione di materiale protetto da copyright e non dispongono degli strumenti necessari per filtrare i contenuti portati online dagli utenti. Per questo motivo Viacom ha chiesto 1 miliardo di dollari a YouTube, ma per questo motivo Universal ha invece perduto la causa con Veoh.
Secondo il giudice Matz, infatti, Veoh non può essere responsabile di quanto pubblicato dagli utenti. Il gruppo (peraltro finanziato da nomi quali Goldman Sachs, Time Warner Inc., Intel Corp. e Adobe Systems), quindi, agirebbe nel pieno rispetto della DMCA (Digital Millennium Copyright Act). La denuncia è stata la conseguenza di un dialogo mai decollato: Veoh conta tra i propri partner gruppi quali Sony, Viacom, Time Warner e The Walt Disney, con i quali condivide le entrate pubblicitarie, mentre con Universal il rapporto è sempre stato improntato allo scontro.
Viacom, in partnership con Veoh, non vede legami fattivi con il caso che vede il gruppo opporsi all’attività di YouTube. Al contrario, Fred von Lohmann della Electronic Frontier Foundation (EFF) evidenzia proprio l’affinità dei due casi auspicando un approdo a sentenza similare anche nella vicenda parallela.
Homepage Veoh
Per Veoh trattasi di una seconda importante vittoria dopo la precedente ottenuta nell’Agosto del 2008. Un anno fa, infatti, Veoh uscita indenne da una causa similare e già allora YouTube esultava per le carte legali scaturite dal processo: «È cosa positiva vedere confermato da una Corte che la DMCA protegge siti come YouTube che seguono la legge e rispettano il copyright». Secondo quanto trapelato, tra le motivazioni a favore della sentenza vi sarebbe il sollecito lavoro di rimozione da parte di Veoh nel caso in cui materiale protetto venga scovato sui server senza debita autorizzazione: la rapidità della cancellazione è ciò che mette Veoh dalla parte della ragione, stimolando per logica conseguenza medesimo approccio anche nella vicenda Viacom vs YouTube.