Bizzarro il panorama del Web 2.0. Per un portale di video sharing che festeggia i suoi primi cinque anni con un bacino d’utenza in costante espansione, ce n’è un altro costretto ad arrendersi di fronte alla cruda realtà delle difficoltà economiche.
Veoh, lanciato nel 2005 a pochi mesi di distanza dall’esordio di YouTube, chiuderà a breve i battenti per bancarotta. Ad annunciarlo, un post sul blog ufficiale, firmato dal fondatore Dmitry Shapiro.
Cosa abbia causato il tracollo finanziario di Veoh, nonostante i quasi 30 milioni di utenti mensili e i 70 milioni di dollari ricevuti dagli investimenti di colossi come Intel e Time Warner è presto detto: la crisi economica mondiale, che nella sua tragica avanzata non accenna a risparmiare nemmeno il Web.
Che non sia impresa facile far fruttare questo tipo di portali è cosa nota. Anche Google, nonostante sia passato oltre un biennio dall’acquisizione di YouTube, sta ancora cercando un modello di business capace di generare profitti adeguati al diffuso utilizzo che i netizen fanno del suo servizio.
A nulla sono valse dunque le vittorie di Veoh, nelle aule di tribunale, prima contro Io Group e poi Universal, in altrettanti processi che lo hanno visto sedere sul banco degli imputati, con l’accusa di non aver vigilato a sufficienza sulla pubblicazione di contenuti protetti da diritti d’autore.
Cosa c’è dunque nel futuro di quella che un tempo sembrava essere una realtà tanto promettente? In chiusura del suo intervento, Shapiro etichetta quanto sta accadendo come la chiusura di un capitolo, ma anche come il preludio a nuovi, importanti progetti:
Questo capitolo delle nostre vite è giunto al termine, ma un altro, luminoso, inizierà presto. Assicuro a tutti coloro che stanno ora leggendo queste righe, che abbiamo molto lavoro da fare. Rimanete sintonizzati, sentirete ancora parlare di noi!