Verisign, l’azienda che detiene i diritti di registrazione dei domini .com e .net, non farà marcia indietro sul controverso servizio di reindirizzamento avviato alcuni giorni fa. Il portavoce dell’azienda ha dichiarato di aver avviato contatti per discutere il nuovo servizio con alcuni «Internet leaders», ma ha tuttavia rigettato le richieste pervenute da più parti di sospendere il servizio.
Monta intanto la protesta sul Web. Da quando Verisign ha iniziato a reindirizzare tutti gli utenti che digitavano url di domini inesistenti su una propria pagina di supporto, utenti, aziende ed enti di controllo hanno cominciato ad interrrogarsi sulla liceità del servizio.
La Popular Enterprises, un’azienda che gestisce il sito di ricerca netster.com, ha già chiesto a Verisign un risarcimento di 100 milioni di dollari per concorrenza sleale. L’ICANN, l’ente no-profit che gestisce l’assegnazione dei domini generici, si è anche vista rifiutare da parte di Verisign una richiesta di sospensione del servizio fino a quando non saranno chiariti i termini dell’operazione.
Molti provider nel frattempo sono ricorsi a soluzioni temporanee per evitare che i propri utenti cadano nella “trappola” di Verisign. Sul sito del provider californiano LMi.net è apparso un avviso che espone i motivi per cui i proprio utenti non verranno reindirizzati sulla pagina del «disonesto» Verisign.