Verizon, uno dei principali player della connettività USA non ci sta a trasformarsi in un super vigilante per i propri clienti. Il colosso annuncia di non voler una rete di cyberpoliziotti impegnati a sorvegliare i navigatori solo per soddisfare i capricci dell’industria multimediale.
Secondo il capo esecutivo Tuke, adottare misure restrittive di navigazione per soddisfare le esigenze delle case discografiche porterebbe ad un contraccolpo per gli stessi provider in quanto si passerebbe alla richiesta di controllo non solo dei contenuti multimediali ma anche, per esempio, per la pornografia, i giochi d’azzardo e tutte quelle attività improprie.
Non è da dimenticare poi il problema della privacy degli utenti sacrificata per venire incontro ai soli desideri dei produttori. Verrebbe meno quell’equilibrio tra i diritti dei consumatori e le esigenze dei produttori.
Verizon sostiene che con il P2P aumentano le visite al proprio sito e questo è un aspetto positivo in quanto ci sono più persone che pagano i servizi. Ovviamente bisogna considerare che l’aumento del traffico richiede gli aggiornamenti delle infrastrutture con ovvio aumento delle tariffe a consumo.
Verizon in definitiva non si schiera a favore delle politiche anti P2P invasive adottate da Comcast, At&T e company.