Strano, a volte, il destino. Proprio nella giornata in cui si celebra il ritorno in pompa magna del vinile, dall’oriente giunge la notizia che segna definitivamente l’abbandono di un altro formato che ha segnato un’epoca per quanto riguarda la diffusione dei contenuti multimediali: il VHS. La società Funai Electric, ultimo produttore rimasto a realizzare e commercializzare videoregistratori compatibili, chiuderà la linea.
La ragione è presto spiegata e non risulta difficile da comprendere: la domanda è in costante calo (nonostante le 750.000 unità vendute lo scorso anno) ed è diventato difficoltoso reperire i componenti necessari all’assemblaggio dei dispositivi. L’azienda produrrà l’ultimo questo mese, dopodiché concentrerà le risorse su altri business maggiormente redditizi. Spazio dunque ai DVD, ai Blu-ray e allo streaming, supporti fisici e digitali certamente più comodi e di immediata fruizione. Sono ormai lontani i tempi in cui per passare da un capitolo all’altro non bastava premere un pulsante o agire su uno slide, ma era necessario schiacciare Rewind o Forward per poi vedere il nastro riprodotto a tutta velocità.
Le VHS sono destinate a diventare un oggetto da collezionisti. Alcuni sono disposti a sborsare cifre da capogiro per accaparrarsi i pezzi più rari e ricercati, come nel caso del film “Frankenstein’s Castle of Freaks” del 1974: si arriva alla quotazione di 1.800 euro per la versione originale della prima edizione.
Si chiude quindi definitivamente un’epoca che i più giovani probabilmente mai conosceranno, in cui la visione di un film non era un’operazione istantanea, immediata, a portata di click. Un’epoca in cui l’esperienza di fruizione del cinema in salotto iniziava ben prima di sedersi in poltrona davanti al videoregistratore e alla TV, si apriva con l’andare da un Blockbuster per noleggiare la videocassetta o con il riavvolgere il nastro che qualcun altro aveva lasciato distrattamente ai titoli di coda. Bei tempi. O forse no.