Viacom ha chiesto a Google e al suo portale di condivisione video YouTube un miliardo di dollari di danni. L’accusa alla base della richiesta è di «violazione massiccia del diritto d’autore» per aver pubblicato oltre 160 mila filmati non autorizzati, visti oltre un miliardo e mezzo di volte. Google ha respinto le accuse, ma la denuncia è stata formalizzata. Le parti non si sarebbero poi più incontrate ed il dialogo alla distanza non ha partorito novità: la vertenza sembra dunque destinata a giungere in un’aula di tribunale.
Viacom proprio non digerisce il fatto che YouTube (e Google di conseguenza) possa basare il suo business su contenuti a suo giudizio privi di autorizzazione, e in particolare lo accusa di ricavare ingenti profitti dalla pubblicità legate a contenuti palesemente in conflitto con le leggi che proteggono il diritto d’autore. Già nel marzo del 2007 il colosso dei media americano aveva chiesto l’eliminazione da YouTube di circa 100.000 video sotto copyright scaricati illegalmente dai suoi programmi televisivi quali “The Daily Show con Jon Stewart”, “The Colbert Report” e “South Park”.
Google dal canto suo si difende facendo sapere attraverso un portavoce di essere convinto del fatto che YouTube abbia correttamente rispettato i diritti dei detentori di copyright: «non abbiamo ricevuto la denuncia ma riteniamo che YouTube abbia rispettato i diritti dei detentori di copyright e siamo certi che i magistrati saranno d’accordo. YouTube è un grande mezzo per gli utenti ed offre vere opportunità per chi detiene i diritti: quella di interagire con gli utenti, di promuovere i propri contenuti presso una audience giovane e sempre crescente, di sfruttare il mercato della pubblicità online». «Di certo», conclude il portavoce, «non permetteremo che questa denuncia possa distrarci dal continuare a far crescere YouTube e a far crescere il suo appeal per gli utenti, il suo traffico e la sua comunità».
Sumner Redstone, tycoon 84enne a capo di Viacom e CBS, avrebbe fatto sapere a Bloomberg che il suo gruppo è pronto a trattare, ma che non intende farlo sulla base delle proposte provenienti da Google. Le parti non si sarebbero mai incontrate a seguito di un suo espresso rifiuto ed ora Viacom è pronta così a percorrere le vie legali. A meno che qualcuno non si decida ad allungare la mano un po’ oltre quanto fatto finora. E Redstone, nonostante l’età, non sembra aver fretta.