Tre secondi. È quanto basta per rovinare la giornata di un vostro amico, creandogli un grattacapo non da poco. A quanto pare, è sufficiente inviare il link ad un particolare filmato a qualsiasi contatto in possesso di uno smartphone o un tablet con sistema operativo iOS per rendere il dispositivo completamente inutilizzabile. Il malcapitato sarà costretto ad effettuare un hard reset.
Non si tratta di malware né di altre tipologie di codice maligno, ma di un intoppo con tutta probabilità legato a come la piattaforma di Apple gestisce un video corrotto. La dimostrazione nella clip in streaming di seguito. Una volta ricevuto e aperto il link, si avvia la riproduzione del filmato che ad un primo sguardo non ha nulla di sospetto: c’è della musica allegra in sottofondo e in primo piano compare la parola “Honey”. Tutto nella norma, può sembrare uno dei molti contenuti che popolano chat e social network. Sono però sufficienti pochi secondi (solitamente da 10 a 30) e il device rallenta, per poi improvvisamente diventare inutilizzabile.
I test condotti da EverythingApplePro mettono in luce che il problema riguarda tutte le versioni di iOS (almeno dalla 5.1 in poi), compresa la più recente 10.2. Al momento non è chiaro quale sia l’esatta dinamica innescata dal file e cosa porti al crash, ma si sospetta abbia a che fare con la modalità di gestione dei filmati corrotti da parte del browser Safari. La mela morsicata potrebbe intervenire con una patch correttiva per risolvere il problema, anche se difficilmente l’update sarà rilasciato per le versioni più datate del sistema operativo.
Il consiglio è ovviamente quello di non inviare il video in questione. A chi proprio non sa resistere, si suggerisce almeno di spiegare al malcapitato di turno come effettuare un hard reset: tenendo premuti in contemporanea i pulsanti Home e quello per diminuire il volume. La combinazione è diversa per iPhone 7, dove al posto di Home va premuto il tasto di accensione.
Da precisare che il filmato non crea alcun problema su Android, mentre alcuni utenti dichiarano di aver assistito ad un comportamento anomalo anche su macOS Sierra in esecuzione su MacBook Pro.