Chi opera nel settore dell’advertising vede nei video online un’ottima possibilità per aumentare i propri guadagni, ma per avere successo dovrebbe tenere soprattutto conto di un importante fattore: il buffering. Un nuovo studio indica infatti come gli utenti siano oggi impazienti, dato che iniziano ad abbandonare un filmato se questo non viene caricato entro due secondi.
Lo studio è stato condotto dal professor Ramesh K. Sitarman dell’Università del Massachussetts, il quale ha analizzato i dati di 6,7 milioni di visitatori unici per capire quanto sia, in media, rilevante il buffering per il successo di un video condiviso in Rete. Per un video con una durata di trenta minuti circa, considerato dunque “breve”, si è disposti ad attendere solamente due secondi, altrimenti lo si abbandona senza attenderne il caricamento. Per i video invece lunghi, si è disposti ad attendere un buffering di massimo dieci secondi.
Tale report va a completare gli studi già esistenti che descrivono “la regola dei quattro secondi” relativa alla quantità di tempo che l’utente medio è disposto ad attendere per l’avvio di un download su una qualunque pagina Web. È curioso notare come i risultati suggeriscano che l’impazienza di una persona è anche direttamente collegata alla velocità della propria connessione a Internet: più è di qualità, meno si è tolleranti e dunque si è meno disposti a pazientare per il buffering. Chi invece dispone di una connessione dati mobile o di un’ADSL non propriamente veloce, solitamente è maggiormente disposto ad attendere per il caricamento di un video.
Lo studio non fornisce risultati sorprendenti ma offre dei dati utili per quelle aziende che devono decidere su quale architettura investire per sostenere le proprie piattaforme di video online. In questo caso, meno buffering significa più traffico e dunque una maggiore possibilità di guadagno.