Assassin's Creed Chronicles: Russia - Video Recensione

All'interno della cornice rivoluzionaria del nuovo Assassin's Creed Chronicles: Russia, il giocatore veste i panni del maestro assassino Nikolai Orelov.
Assassin's Creed Chronicles: Russia - Video Recensione
All'interno della cornice rivoluzionaria del nuovo Assassin's Creed Chronicles: Russia, il giocatore veste i panni del maestro assassino Nikolai Orelov.

Esplorata la Cina dei Ming e l’India del XIX secolo, il capitolo finale della trilogia Chronicles porta i giocatori nella Russia del 1918, a pochi mesi dalla Rivoluzione d’ottobre che portò alla caduta dell’impero degli zar.

All’interno della cornice rivoluzionaria di Assassin’s Creed Chronicles: Russia il giocatore veste i panni di Nikolai Orelov, maestro assassino attempato e stanco in procinto di abbandonare la confraternita e il paese per emigrare con la famiglia negli Stati Uniti d’America. Prima di appendere la lama celata al chiodo, però, il buon Nikolai deve affrontare un’ultima delicata missione: infiltrarsi nell’edificio dove la famiglia degli zar è tenuta prigioniera dai Bolscevichi e trafugare una scatola mistica da tempo contesa fra Templari e Assassini.

Nikolai arriverà troppo tardi per salvare l’intera famiglia dello zar, ma riuscirà a liberare la principessa Anastasia con cui instaurerà una sorta di rapporto padre-figlia. Il legame fra i due personaggi evolverà con il procedere dell’avventura. Seppur non vengano mai raggiunte vette intimistiche significative la narrativa di questo capitolo riesce perlomeno ad offrire un coinvolgimento superiore rispetto alle più superficiali trame dei due predecessori (soprattutto del capitolo India).

Assassin’s Creed Chronicles: Russia non è certamente un capolavoro, ma è qualitativamente il miglior capitolo della trilogia. Russia ha il merito di essere il più impegnativo della serie, capace di offrire un’esperienza stealth complessa e stimolante. Piccoli passi in avanti sono da registrare anche sul fronte narrativo, con una trama non proprio esaltante ma più valida e coinvolgente di quella dei predecessori. Purtroppo permane il problema di un’intelligenza artificiale ancora troppo macchinosa, seppur a volta camuffata dalle meccaniche di gioco.

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