Il nuovo capitolo della serie Far Cry mette da parte esplosioni e fucili per lasciare il posto ad archi, frecce e clave. Stiamo parlando di Far Cry Primal, titolo ambientato nell’età della pietra, nel 10.000 a.C. Andiamo a scoprire con la nostra video recensione l’avventura primitiva targata Ubisoft.
In Far Cry Primal si vestono i panni di Takkar, esperto cacciatore della tribù dei Wenja che cercherà, anche grazie alle sue abilità di domatore di bestie, di liberare i suoi compagni dal dominio delle altre due tribù rivali nella terra di Oros: gli Udam, aggressivi e cannibali, e gli Izila, il clan più avanzato e pericoloso. All’interno di questo contesto “geopolitico” il popolo del protagonista è il più debole e meno abile, ma grazie alla guida del capace Takkar lo status quo è destinato a cambiare ben presto.
Far Cry Primal offre un setting storico fascinoso e misterioso, ricostruito, come sempre, con grande maestria dai ragazzi di Ubisoft. Al tempo stesso, però, il gioco soffre di una campagna principale piatta, raccontata superficialmente e senza mordente, affiancata da una massa di missioni secondarie ripetitive e poco coinvolgenti. Il gameplay ormai super rodato della serie si conferma molto divertente, con il valore aggiunto della domatura delle bestie.