Cambiamento importante per la classificazione dei videogiochi in Italia: AGCom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha infatti deliberato un nuovo regolamento secondo il quale vi sarà un obbligo di autoregolamentazione per i videogiochi distribuiti sul mercato italiano.
Se infatti è vero che praticamente tutti i videogiochi riportano una classificazione PEGI (Pan European Game Information – classificazione valida per il territorio Europeo), non si tratta di un’operazione obbligatoria in Italia. Almeno fino ad oggi. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
In questi giorni ha tenuto parecchio banco il rumor secondo il quale sarebbe stata approvata a breve una nuova legge per impedire la vendita di videogiochi PEGI 18 ai minorenni. Indiscrezione che si è rivelata infondata (smentita da AESVI), visto che non sarà assolutamente illegale vendere giochi PEGI 18 ai minorenni (la scelta di un determinato tipo di gioco per un minorenne resta del genitore/tutore) ma semplicemente vi sarà l’obbligo di indicare i contenuti presenti e la fascia di età consigliata per fruire al meglio del prodotto.
Ma ora vediamo cosa cambia, nel concreto. AGCom ha introdotto dei nuovi “bollini” che andranno a sovrapporsi a quelli del PEGI, sia per quanto riguarda il mercato retail (quindi sulle confezioni) che quello online, quindi piattaforme come Steam (anche se ancora è da vedere come queste piattaforme risponderanno a questa novità). Non solo videogiochi, ma anche “opere audiovisive destinate al web”.
Per quanto riguarda i videogiochi, le fasce introdotte da AGCom e le “corrispondenti” fasce PEGI:
- AGCom 3 (adatto a tutte le classi di età) – PEGI 3
- AGCom 4-6 (adatto dai 4 ai 6 anni) – nessun PEGI esistente per questa fascia di età
- AGCom 7 (adatto da 7 anni in su) – PEGI 7
- AGCom 12 (adatto da 12 anni in su) – PEGI 12
- AGCom 16 (adatto da 16 anni in su) – PEGI 16
- AGCom 18 (adatto da 18 anni in su)
Per effettuare la classificazione dei videogiochi – si legge sul regolamento di AGCom – devono essere valutati i seguenti descrittori tematici analogamente a quanto previsto dal PEGI: linguaggio scurrile; discriminazione e incitamento all’odio; droghe; paura; gioco d’azzardo; sesso; violenza; acquisti nel videogioco.
E ora? I videogiochi che risultino già sottoposti alla procedura di classificazione PEGI – si legge nella delibera AGCom -, “si considerano conformi alle disposizioni del nuovo Regolamento di AGCom secondo i criteri di equipollenza riferiti alle classi d’età e ai descrittori tematici”. Ovviamente chi, invece, non ha ancora avviato il procedimento di classificazione del suo videogioco dovrà adeguarsi al nuovo regolamento di AGCom.