Sebbene le origini delle tecniche stereoscopiche risalgano a tempi ben più antichi, è a partire dagli anni ’60 che si diffondono nel nostro paese i primi visori 3D, specie commercializzati come “semplici” giocattoli.
Fra questi, il View Master conquista un posto d’onore grazie anche al suo ottimo successo commerciale: si stima che, durante il secolo scorso, siano stati circa 100 milioni i prodotti venduti e più di un miliardo di apposite slides.
Erede dello stereoscopio di Brewster e di Holmes, il View Master ne simulava persino la forma e il design oltre alla dinamica di funzionamento.
I View Master erano, in sostanza, visori solitamente binoculari, in grado di riprodurre immagini a tre dimensioni grazie all’ausilio di adeguati dischetti da inserire al proprio interno.
Quindi, era sufficiente porre il visore verso una qualsiasi fonte luminosa e abbassare l’apposita levetta per visualizzare la scena successiva.
Le diapositive erano varie e raffiguranti diversi soggetti. Potevano rappresentare paesaggi o animali, telefilm o storie con protagonisti più o meno famosi, come ad esempio i personaggi della Disney.
Questi slides erano venduti in buste separate, ciascuna contenente tre dischi da 7 fotografie, per un totale di 21 immagini 3D e a colori.
Un aspetto degno di nota: il costo di tali buste non era affatto irrisorio. Ognuna di esse veniva venduta per circa 1.500 Lire, prezzo corrispondente al costo dello stesso visore View Master.