Anche per il 2018 il vinile ha segnato delle vendite record, affermandosi come uno dei formati più amati dagli ascoltatori. È una seconda vita ricca di successi, quella che sta caratterizzando 33 e 45 giri in tutto il mondo, con dei ritmi di distribuzione che non si vedevano praticamente dalla fine degli anni ’80. E, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, si tratta del tredicesimo anno continuativo in ascesa per gli appassionati del solco: nel 2018 sono state acquistare 16.8 milioni di copie, il 14.6% in più rispetto all’anno precedente. È quanto rivela Nielsen, nel rivelare l’andamento del mercato nell’anno da poco concluso.
Così come già accennato, il vinile è ufficialmente diventano uno dei formati più diffusi, tanto da essere secondo solamente allo streaming musicale. La domanda aumenta in tutto il mondo e, negli Stati Uniti, quello appena terminato è stato l’anno più proficuo in oltre un decennio. I consumatori hanno riscoperto il piacere della puntina, l’attenzione e la cura che richiede questo tipo di ascolto, riappropriandosi dell’elemento materiale della musica, assente invece per i brani digitali.
È però curioso sottolineare come, nella classifica delle vendite, i dischi più gettonati siano colonne e grandi classici. In prima posizione per gli album vi è “Guardians of the Galaxy: Awesome Mix Vol 1“, a pari merito con “Thriller di Michael Jackson, per ben 84.000 copie vendute ciascuno. Seguono “Rumors” dei Fleetwood Mac (77.000), “Abbey Road” dei Beatles (76.000), “Purple Rain” di Prince (71.000), “The Dark Side of The Moon” (67.000), “Legend” di Bob Marley (61.000), “Greatest Hits” dei Queen (60.000), “Back To Black” di Amy Winehouse (59.000) e “Pray for the Wicked” dei Panic! At the Disco” (59.000).
Il singolo più venduto nel corso del 2018 è invece il picture disc di “Yellow Submarine” dei Beatles, con 10.000 copie vendute, in occasione della ristampa per il 50esimo anniversario. Non stupisce che il mercato sia soprattutto composto da grandi classici, poiché il vinile conquista più gli appassionati che l’ascoltatore causale, tuttavia pare che nel corso dell’anno il formato abbia aiutato anche molte etichette ed artisti indie a emergere.