Era già successo a fine 2016, quando nel Regno Unito si è assistito al sorpasso dei vinili sulla digital delivery. E ora il fenomeno, difficile da predire soltanto quattro anni fa, si è ripetuto negli Stati Uniti: così come testimonia la Record Industry Association of America (RIAA), i formatici fisici hanno superato quelli digitali. Non accadeva dal 2012, nell’era d’oro dell’acquisto di file musicali su iTunes e altre piattaforme analoghe.
Il dato in questione fa riferimento a tutti i formati estranei allo streaming, poiché l’ascolto di musica online rimane oggi la modalità più scelta dagli ascoltatori, sebbene non sia sempre la più remunerativa. Per quanto riguarda il caso statunitense, RIAA testimonia nel corso del 2017 delle vendite di vinili e CD pari a 1.5 miliardi di dollari, con un calo del 4% rispetto all’anno precedente, contro i “soli” 1.3 miliardi della digital delivery, caduta su base annua di ben 25 punti percentuali. E si realizza così il sorpasso: i formati fisici tornano a essere preferiti dagli utenti.
Così come già accennato, è lo streaming ad andare per la maggiore, per un settore che comincia a dare i suoi frutti. Negli Stati Uniti, in particolare, si rileva un grande interesse per le soluzioni in abbinamento, ovvero l’accesso a servizi premium di ascolto incorporati nella vendita di dispositivi, come gli smart speaker per la casa.
L’industria musicale statunitense, nel complesso, sembra essere uscita dalla crisi che l’aveva colpita qualche anni fa. I ricavi sono cresciuti di altri 1.1 miliardi di dollari per il settore wholesale e di 2 miliardi per quello retail, un incremento importante rispetto al 2017. Di questi, i download digitali rappresentano il 15% di tutti i guadagni, mentre i formati fisici raggiungono il 17%. Di questi, il più sorprendente rimane il vinile: è cresciuto del 10% rispetto al 2016, con 395 milioni di mercato. Insomma, 33 e 45 giri sono tornati trionfalmente dal passato e, a quanto sembra, sono destinati a una lunga e proficua seconda vita.