Il 2017 verrà ricordato probabilmente come l’anno dell’effetto nostalgia. Tornano le console di gaming anni ’90, tornano gli animaletti digitali da accudire, le musicassette e anche i vinili. Il mercato di 33 e 45 giri è forse quello che ha assistito a una delle crescite più stupefacenti degli ultimi anni, passando dal dimenticatoio di un decennio fa a ritmi di vendita praticamente sovrapponibili al picco degli anni ’80. Un successo confermato oggi anche dai principali portali di shopping online, come eBay, pronti a sottolineare come venga comprato un disco ogni 30 secondi.
Nel report dedicato al Q3 del 2017, la divisione statunitense di Nielsen Music ha evidenziato come la vendita di vinili abbia raggiunto il picco più alto da diversi decenni a questa parte. Oggi 33 e 45 giri rappresentano ben il 14% di tutte le vendite di supporti fisici negli Stati Uniti, mentre in Gran Bretagna lo scorso dicembre hanno superato la digital delivery, rimanendo secondi soltanto allo streaming. Dei dati nel Regno Unito confermati anche da eBay, per uno dei mercati dell’intrattenimento più fiorenti di sempre.
Così come già accennato, il portale di shopping online segna l’acquisto di un disco in vinile ogni 30 secondi. Le scelte dei consumatori sembrano essere molto polarizzate: privilegiati sono da un lato le nuove stampe e, dall’altro, vecchie edizioni e memorabilia anche di 50 anni fa. Meno interesse, invece, è sull’usato esterno al collezionismo, così come per i dischi non in buone condizioni d’ascolto. Nel corso degli ultimi tre mesi del 2016, solo in Inghilterra sono stati venduti 280.000 vinili sul popolare sito di eCommerce, un risultato secondo solo alla ricerca di dispositivi elettronici, tra cui gli smartphone. Il trend rilevato da eBay sembra essere del tutto compatibile con i dati resi noti da BPI qualche mese fa, con la conferma di un aumento del 53% nella distribuzione di vinili nel Regno Unito nel solo 2016, con una domanda tornata al pari dei primissimi anni ’90.
Così come accennato più volte, sono molte le ragioni che potrebbero aver spinto il ritorno prepotente dei vinili. Non una semplice moda, bensì la necessità da parte degli ascoltatori di riappropriarsi, almeno in senso lato, del fattore fisico e materiale legato alla musica. Le copertine, la catalogazione degli album, il rito dell’impostazione del giradischi e del peso di lettura della puntina: tutte esperienze di cui l’utente, con i formati digitali, è stato privato.