Viral video di successo

Viral video di successo

Leggendo il post precedente sull’esempio di viral marketing di Cloverfiels la domanda nasce spontanea: ma cosa trasforma un video in un fenomeno virale? Potenzialmente chiunque può riuscirci. A patto che investa soldi, tempo e con una giusta strategia.

Nel 2007 il viral marketing ha preso sempre più piede e questa tendenza si confermerà anche nel 2008, con le aziende che investiranno maggiormente nei video. Qualcuno ci riuscirà, altri no.

Qual’è il punto che farà la differenza?

Il primo passo è capire qual è la community di riferimento del proprio brand. Se è vero che i social network sono sempre più importanti e un’azienda deve cercare di essere ovunque siano i suoi clienti, a maggior ragione dovrà investire tempo e risorse per capire su quali network ha senso caricare i propri video.

Non esiste solo youtube! Giusto per fare “qualche” nome ci sono tanti altri siti dove gli utenti possono inserire video:

Aol, Blip.tv, Bofunk, Bolt, Break.com, Castpost, Collegehumor, Clipshack, Daily motion, Dropshots, Eefoof, Eyespot, Evideoshare, Fliqz, Google video, Grouper, Guba videos, Go Fish, Iflim, jumpcut, Kontraband, Lulu.tv, Maniatv, Metacafe, Motionbox, Ourmedia, Pooxi, Pixparty, Putfile, Revver, Sharkle, Smithappens, Streetfire, Stickam, Stupidvideos, Thatwebsite, Videowebtown, Vimix, Vidilife, Vimeo, Yahoo videos, Yikers, Youare.tv, Zippyvideos…

Se caricare un video è un’operazione gratuita (non sempre), pianificare le varie attività strategiche può essere un’attività assai costosa. Sia in termini di tempo che di risorse. È necessario conoscere il proprio target e capire dove si sposta, quali sono i siti e le community di riferimento, ma soprattutto gli eventuali opinion leader che possono influenzare gli altri. Quali sono i circuiti frequentati dai blogger o vlogger di riferimento.

Oltre a questo ci vuole una conoscenza di base delle tecniche seo per posizionare i video nel modo migliore (taggare la pagina e il video correttamente). E delle nuove tecnologie web 2.0: banalmente se si intende inserire più video, sarà “obbligatorio” mettere i feed RSS ai video.

E potrà fare la differenza conoscere strumenti come TubeMogul per la web analysis dei video e Vidmetrix per distribuirli sui social network.

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