Secondo una ricerca Trend Micro l’industria del malware avrebbe visto lievitare la propria attività del 22% nel solo Ottobre, confermando così un importante tasso di crescita che gli stessi analisti valutano in un +600% anno su anno.
Un fattore importante della ricerca è l’analisi specifica dei software maligni identificati: infatti se la crescita registrata è stata nell’ordine del 22%, una parte consistente (47%) di questo aumento è dovuto al vertiginoso crescere della porzione di trojan. Questo dato è indicativo proprio per le caratteristiche stesse dei trojan: usati per fare incetta di sistemi vulnerabili, il trojan trasforma il pc in uno zombie attivabile a piacimento per lanciare attacchi DoS in grado di fruttare vere e proprie rendite monetarie.
«Mentre una volta gli autori di virus cercavano semplicemente il loro quarto d’ora di celebrità, oggi sembrerebbe che la loro ispirazione sia principalmente monetaria»: così Trend Micro analizzava la situazione ancor prima degli ultimi dati rilevati. La produzione dei virus, dunque, sta deviando verso la vera e propria estorsione e tale cambiamento di orizzonte si riflette in un cambiamento delle pratiche attuate nello sfruttamento delle vulnerabilità lasciate aperte dagli utenti.
La ricerca rileva inoltre come la top 10 dei virus più diffusi registri un importante calo di diffusione: ne consegue che, a fronte di un aumento generalizzato del codice maligno diffuso, diminuisce però la concentrazione della pericolosità. La qualità dei virus, insomma, va standardizzandosi. Unico dato di Ottobre in controtendenza è il forte aumento degli attacchi imputati a Netsky.P, worm da 192.958 infezioni con un aumento relativo del 30%.
Una curiosità: i risultati della ricerca vengono diffusi proprio in concomitanza del 16° anniversario dalla diffusione del primo worm propagatosi tramite la Rete. Era il 2 Novembre 1988 e con 99 righe di codice uno studente di nome Robert Tappan Morris causò problemi su migliaia di sistemi Unix. La bravata costò a Morris 10.000 dollari.