«Hey,NetSky, fuck off you bitch, don’t ruine our bussiness, wanna start a war?». Con queste parole, decisamente poco raffinate, l’autore del worm Bangle.J ha pensato di inviare un messaggio all’autore di Netsky. “Vuoi rovinarci il mercato?” chiede il mittente, ma il destinatario non risponde e attacca a sua volta un terzo attore della vicenda: «MyDoom.F is a thief of our idea!» (“Mydoom.F ci ha rubato l’idea”). Da MyDoom.G arriva risposta secca, mirata a ridicolizzare l’entità dell’avversario: «to netsky’s creator(s): imho, skynet is a decentralized peer-to-peer neural network. we have seen P2P in Slapper in Sinit only. they may be called skynets, but not your shitty app».
Se non fossero coinvolti milioni di utenti e aziende, la vicenda assumerebbe i toni di una baruffa tra bande di quartiere. L’entità del danno (e dell’affare) rende però il fatto decisamente più gravoso e la serietà del problema impone una particolare attenzione verso ogni particolare.
Il gioco delle parti non è chiaro e l’estrema volubilità della situazione rende meno interpretabile la composizione dei ruoli e delle fazioni. L’ipotesi è quella comunque dell’esistenza di 3 fazioni contrapposte che starebbero tentando di dividersi il “mercato” dei virus. Da una parte c’è MyDoom, che con i suoi attacchi ha messo in ginocchio SCO e Microsoft; c’è quindi Bangle, giunto ormai all’ennesima versione; c’è infine Netsky, protagonista delle attuali epidemie di mail infette.
La sfida oltrepassa infine l’ambito del messaggio cifrato nel momento stesso in cui, al momento dell’infezione, un worm tenta di disattivare l’avversario: agendo sulle chiavi di registro, ogni infezione è in grado di “inibire” una precisa infezione rivale, con intenzioni sicuramente poco propositive e figlie esclusivamente di una sfida tra le parti. Sfida il cui campo di applicazione è il computer di un utente sempre più in balìa delle follie altrui.
Ken Dunham, direttore iDefense, mette in guardia dalla prossima nuova ondata che, come ogni anno, giungerà a fine marzo per approfittare della data del 1 Aprile per portare qualche “pesce” poco simpatico sui computer di mezzo mondo. La sfida, è il caso di dirlo, continua.