La minaccia è al momento poco più che simbolica, ma il valore dell’evento è più in considerazioni a margine che non nel nocciolo della questione: dai laboratori Kaspersky è stata comunicata la scoperta di un worm in grado di attaccare, in pieno clima di par conditio, tanto i sistemi Microsoft quanto i sistemi Linux. Il virus assume, a causa della propria peculiarità, duplice nomenclatura: Virus.Linux.Bi.a da una parte e Virus.Win32.Bi.a dall’altra. L’infezione viene praticata tramite file di tipo ELF (Executable and Linking Format) e PE (Portable Executable).
Il virus rimane fermo ad uno stadio di proof-of-concept privo di applicazione concreta e rappresenta in ogni caso una minaccia estremamente bassa per entrambi i sistemi. Quanto emerso lascia però emergere l’importanza di una specifica attenzione alla sicurezza anche da parte degli sviluppatori Linux e Mac: i due sistemi stanno emergendo dalla nicchia lasciata in passato da Microsoft alla concorrenza e la maggior attenzione catalizzata dalle parti causerà giocoforza anche un incremento dell’esposizione ai pericoli di questo tipo.
Virus.Linux.Bi sale alla ribalta proprio al termine della settimana in cui si viene a conoscenza del fatto che nel prossimo futuro sarà semplice portare Linux su Windows (in ambiente virtuale) e Windows su computer Mac (tramite Boot Camp): l’uso di attrezzatura multipiattaforma comporterà una serie di pericoli ulteriori ai quali l’utenza sarà costretta ad adeguarsi. L’emersione di worm per Linux e Windows è solo il primo passo verso una nuova dimensione identificabile come logico effetto collaterale del nuovo corso dell’informatica in questi giorni inaugurato.