Vision Next 100, ossia la visione di BMW per i 100 anni che abbiamo di fronte alla luce dei 100 anni che abbiamo alle spalle. Una visione che si riassume in un concept nato per celebrare i 100 anni dell’azienda, ma una visione che lascia anche qualche perplessità. Non manca il coraggio in casa BMW: descrivere il futuro quando di fronte c’è un abisso, significa avere i piedi ben saldi a terra ed avere quantomeno l’ambizione di esserci quando il terreno sarà caduto sotto i piedi a quanti non si saranno adeguatamente preparati. Tuttavia gli indizi appaiono ancora vaghi, la visione ancora offuscata. Il futuro non è ancora a fuoco e fotografarne i lineamenti non sembra ancora possibile.
Come sarà l’auto del futuro? La sensazione netta è che nessuno lo sappia, ma che tutti siano invece pronti ad assorbire quella che potrebbe essere una vera rivoluzione. Perché a cambiare non sarà l’auto in sé, ma l’auto in qualità di componente di un sistema molto più ampio e complesso. A cambiare potrebbe essere la mobilità e con essa tutto quel che si configura all’orizzonte per gli attori coinvolti: l’uomo, in primis, ma anche le auto e la rete stradale. BMW snocciola quindi la propria Vision Next 100 come un aggregato di indicazioni, lasciando intendere di avere le idee chiare in mente: quando la rivoluzione sarà prossima, il gruppo avrà una filosofia chiara da perseguire. Oggi la si può vedere come una chimera fatta di design e di tecnoentusiasmo, affascinante slancio su un futuro che in pochi hanno dimostrato di avere a portata di mano.
BMW Vision Next 100
Una scocca che avvolge completamente l’abitacolo e ne disegna le curve con una serie di piccoli triangoli; il classico frontale BMW che firma la creazione attraverso le linee tipiche della casa bavarese; piccoli fari estremamente discreti che quasi scompaiono rispetto ai volumi odierni; la ruota appena immaginata dietro una scocca che ne protegge il profilo, apparentemente per questioni aerodinamiche (il coefficiente Cx raggiunto è estremamente promettente). Il risultato è l’impressione di un’auto sportiva dalle linee estremamente aggressive, le cui sorprese maggiori sono però conservate all’interno.
BMW Vision Next 100
L’interno è pensato in modo ambivalente, lasciando vivo il sospetto per cui BMW non sappia (o non voglia) prendere parte alla disputa tra guida tradizionale e guida autonoma. All’apparenza, infatti, il prototipo consente tanto una modalità quanto l’altra, lasciando la discrezionalità della scelta all’utente. Il volante può dunque scomparire o palesarsi, mentre spazi e posizione del sedile possono regolarsi in base alla scelta tra una posizione attiva di guida e una posizione passiva da semplice viaggio con guida autonoma. Le due modalità hanno anche un nome: “Ease Alive” quando a guidare sono gli algoritmi dell’auto, “Boost” quando le mani sono sul volante.
Design spartano e spigoloso, con tratti di modernità ostentata, nel quale lo spazio sembra essere protagonista: ridotti gli ingombri, ridotti i dettagli, ridotte le distrazioni, rimane invece moltissimo spazio disponibile quasi a significare la massima libertà concessa all’utente pronto a salire a bordo. Spazi, tempo e libertà sono gestiti dall’auto attraverso la funzione “Companion” che ambisce a ritagliare l’esperienza direttamente sulle esigenze dell’utente stesso: un sistema imparativo, insomma, in grado di assorbire informazioni dalle esperienze antecedenti per migliorare il feeling con chi siede sul veicolo.
Una delle soluzioni più curiose e avanzate è una plancia comandi arricchita da centinaia di piccoli triangolini che danno vita ad un nuovo modo di comunicare informazioni all’utente. L’auto, attraverso l’uso della “Alive Geometry“, porta alla vista periferica informazioni in grado di essere recepite in modo istintivo, catturando l’attenzione del guidatore per portarla verso gli elementi a cui occorre prestare attenzione. L’auto sembra volersi quasi dotare di una propria prossemia, comunicando in modi alternativi oltre al solo linguaggio naturale ed alla plancia dei comandi: tra auto e pilota verrebbe così a crearsi un rapporto più intimo e diretto, con l’auto che diventa estensione propria dell’utente mentre affida al veicolo il proprio viaggio, la propria sicurezza e il proprio tempo.
BMW, sei indizi di futuro
Nel festeggiare i “prossimi 100 anni”, BMW elenca sul proprio sito celebrativo quelli che sono sei punti su cui focalizzare l’attenzione per capire cosa sarà l’auto (e la mobilità) del futuro:
- versatilità, perché nuovi servizi vedranno la luce e BMW intende offrire opzioni per tutti i gusti, per tutte le necessità e per ogni forma che la mobilità prenderà nella sua evoluzione verso la prospettiva dell’intermodalità;
- connettività come elemento naturale della nuova intelligenza della rete stradale: l’auto diventa elemento di un sistema più ampio e complesso, nel quale la digitalizzazione delle informazioni consente la condivisione delle stesse e l’estensione a tutti dei vantaggi ivi correlati;
- personalizzazione, perché l’uomo sarà realmente al centro del viaggio attraverso le sue esigenze: auto, veicoli e regole sono pronti a piegarsi alle sue necessità per facilitarne gli spostamenti;
- tecnologia umana, perché se al centro c’è l’uomo allora tutto deve essere ripensato per fare in modo che il veicolo sia soltanto la sua interfaccia verso la rete stradale: tutto, in quest’ottica, deve favorire l’esperienza di guida e di viaggio;
- la sostenibilità è la conseguenza del passaggio definitivo ai motori a emissioni zero: laddove già BMW sta investendo tramite i propri modelli i8 e i3, il gruppo vede la prossima grande opportunità di sviluppo del mercato;
- responsabilità nei confronti delle generazioni future: c’è un mondo nuovo, che si muove di più e vive più a lungo, che ha bisogno di interfacciarsi con nuove esigenze e che ha soprattutto bisogno di una mobilità profondamente ridisegnata fin dai suoi assiomi fondamentali.
Vision Next 100 non è qualcosa che possa arrivare sul mercato. Né ora, né mai: non è pensato a questo scopo. Oggi rappresenta un contenitore vuoto, fatto più per sognare che non per fare strada; in futuro sarà invece qualcosa che verrà guardato con scetticismo, come un libretto di fantascienza di molti anni prima che ha indovinato qualcosa e sbagliato molto altro. Il merito dell’iniziativa #next100 è nel tentativo di sognare laddove troppi abdicano all’importanza della fantasia: sarà il futuro a spiegare quale sarà stata la direzione giusta e soprattutto quanto avrà pagato l’investimento in sogni ben calibrati.