In Malesia una giovane di 16 anni ha lanciato un assurdo sondaggio su Instagram. Dopo aver già scritto su Facebook di essere stanca di vivere e quindi di voler morire, ha pensato di coinvolgere anche i suoi follower su Instagram nella sua decisione. “D o L?”, death o life? Vita o morte? In questo modo si conclude il sondaggio della 16enne in Malesia che ha chiesto ai suoi follower di votare.
Di questi però il 69% ha scelto la lettera D, mentre solo il 31% ha votato per L. Di conseguenza la ragazza si è tolta la vita, proprio come aveva deciso la maggior parte dei suoi follower, quasi come se si fosse trattato di un gioco. Un episodio simile era accaduto, sempre su Instagram, nel 2014 quando una 14enne britannica si tolse la vita dopo aver visto immagini in cui gli utenti si infliggevano delle ferite.
L’inchiesta e le polemiche
Il corpo della 16enne, suicidatasi dopo il sondaggio su Instagram, è stato ritrovato senza vita in una strada di Kuching dal fratello. La giovane infatti si sarebbe lanciata dal terzo piano dello stesso stabile in cui viveva. A finire al centro delle polemiche però non è stato solo il sondaggio su Instagram, ma anche il post su Facebook che da molti è stato considerato come un vero e proprio segnale di malessere.
Il tragico evento però è finito sotto inchiesta anche per evitare che in futuro possa accadere di nuovo una cosa simile sui social media. Sul caso è intervenuto anche il ministro dello sport e della gioventù malese Syed Saddiq Syed Abdul Rahman, che intende accendere i riflettori sul problema della salute mentale dei giovani. L’accaduto infatti viene visto che un precedente molto grave, soprattutto per la partecipazione dei follower.
Cosa rischiano i follower?
Il suicidio della giovane malese fa sorgere anche una serie di domande su ciò che potrebbero rischiare tutti quei follower che hanno partecipato al sondaggio. Secondo Ramkarpal Singh, avvocato e deputato nello stato di Penang, quelli che hanno votato per la morte potrebbero essere accusati di istigazione al suicidio. Questo reato però in Malesia è punibile anche con la morte quando la vittima è un minore. In effetti non si sa cosa avrebbe fatto la giovane se i suoi follower avessero scelto di votare per la vita.
Anche Ching Yee Wong, portavoce per i paesi asiatici di Instagram, ha rilasciato una dichiarazione sul tragico accaduto:
I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno tutte alla famiglia della ragazza. E’ nostra responsabilità garantire a chi utilizza Instagram un ambiente sicuro dove trovare il giusto supporto. Ricordiamo a tutti di segnalare attraverso i nostri strumenti o attraverso i servizi di emergenza eventuali comportamenti che mettono a rischio la sicurezza delle persone.