La chat vocale sta per arrivare su Facebook. A portare la nuova funzione sul social network più famoso al mondo sarà Vivox, gruppo già attivo nel settore partendo da siti web e videogiochi: l’approdo sul social network è qualcosa in grado di cambiare pesantemente lo stato dei fatti, poiché va ad introdurre un nuovo modo di comunicare all’interno di community nate con il fine specifico di tenere attivo un flusso interattivo tra più persone.
Facebook non è direttamente coinvolto in Vivox: la chat (che ad oggi serve già oltre 15 milioni di utenti al mondo anche grazie all’interazione con Second Life) arriverà sotto forma di applicazione prodotta da terze parti, richiederà l’installazione di un plugin ed abiliterà conseguentemente alle chiamate con i propri contatti. Il plugin dovrà essere installato da entrambe le parti in comunicazione il che, più che un ostacolo, potrebbe diventare il primo stimolo alla rapida diffusione del servizio. Ad installazione completata Vivox permette tanto il dialogo 1-to-1 quanto la conversazione di gruppo (a cui potrà partecipare anche utenza priva di account su Facebook).
Vivox è oggi in beta test, ma l’apertura del servizio all’utenza è prevista entro le prossime settimane. Vivox, fermo restando la necessità di funzionare secondo le promesse, potrebbe cambiare di molto l’interazione sul social network: potrebbe aumentare le conversazioni, ridurre i messaggi privati, ridurre le tracce scritte presenti in bacheca, alimentare nuovi circuiti informativi. La funzione potrebbe peraltro essere interessante per fornire servizi di vendita o di assistenza, aprendo così Facebook ad utilità business più concrete. Inutile sottolineare, al tempo stesso, i rischi che Facebook dovrà accettare: l’uso della voce aggiunge una dimensione al social network, ma al tempo stesso depaupera il sistema poiché l’audio non lascia traccia, a differenza del testo. Inevitabilmente, inoltre, Vivox andrà ad incidere su quel che è oggi Skype, riferimento numero uno in rete per le conversazioni ad alta qualità.
La domanda che CNet pone immediatamente al cofondatore Monty Sharma è relativa alle possibilità di monetizzazione, aspetto fondamentale dal momento in cui Facebook è destinato ad aumentare pesantemente l’uso ed i costi relativi di supporto al servizio. Sharma non ha ancora una risposta precisa, ma i micropagamenti e piccole inserzioni audio per l’advertising potrebbero conferire al servizio le necessarie potenzialità economiche.
Oltre a Facebook, anche Electronic Arts sta pensando di integrare Vivox all’interno di alcuni dei propri prossimi giochi, abilitando così l’interazione tra gli utenti durante il gioco in multiplayer. L’approdo su Facebook, però, ha una importanza particolare poiché va ad incidere su una community potenziale di centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo, il che è destinato a moltiplicare in poco tempo la massa di utilizzatori del servizio.
Il gruppo Vivox è stato fondato nel 2005 e ad oggi conta 2 miliardi di minuti al mese di conversazione. L’integrazione in Facebook potrebbe portare la chat vocale in più applicazioni e più pagine, moltiplicando le opportunità per gli sviluppatori (ai quali saranno presto aperte le porte del codice, favorendo una collaborazione di mutuo interesse). Tra i finanziatori del gruppo si annoverano la Benchmark Capital (legata a nomi quali eBay e TellMe, MySQL e Red Hat), la Canaan Partners e la GrandBanks Capital.