Mi sento di spendere due righe sulla recente pubblicazione della Legge Finanziaria 2008, in particolare sul capitolo riguardante la telefonia nelle pubbliche amministrazioni. Secondo il testo, tutte le pubbliche amministrazioni dovranno utilizzare la tecnologia VoIP per le proprie comunicazioni telefoniche, abbandonando il “vecchio” ex-Monopolista Telecom. A mio parere è palese che chi ha redatto tale legge non è un tecnico informatico, o comunque una persona con una certa cultura informatica tale da comprendere gli effetti di una tale legge.
Non voglio assolutamente parlare di politica, voglio solo discutere di questa decisione su un piano prettamente tecnico.
Lavorando come tecnico in una Pubblica Amministrazione ho potuto constatare che nella PA italiana le infrastrutture informatiche sono spesso abbandonate a se stesse, con configurazioni parziali o decisamente inappropriate.
Il VoIP è una tecnologia giovane con molti problemi non facilmente risolvibili, le società in grado di offrire soluzioni realmente competitive e affidabili sono poche.
Passare molte PA alla tecnologia VoIP in cosi breve tempo non significa risparmio assicurato, visto che le infrastrutture e le consulente tecniche costano. Mentre un centralino analogico non ha bisogno di manutenzione, una rete mista dati/VoIP necessita di un controllo continuo, un ottimo know-how e soprattutto di personale tecnico qualificato.
Per esperienza le reti locali delle varie PA non sono quasi mai adatte ad implementare una tecnologia Misson-Critical: consideriamo che basta uno switch bruciato o senza alimentazione per mandare KO anche la telefonia, e magari il tecnico non è nemmeno dipendente, quindi possiamo scordarci un intervento in tempi rapidi.
Inoltre non tutte le PA sono raggiunte dalla banda larga, o se lo sono potrebbero anche non disporre di una connettività performante e affidabile, cardine di un buon utilizzo del VoIP.
Insomma, siamo sicuri che non andremo a spendere tutti i soldi risparmiati in assistenza tecnica?
Staremo a vedere …