«Federcomin ha presentato oggi a Roma, alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il “Rapporto e-Content 2006, secondo Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali”, realizzato con il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e in collaborazione con NetConsulting». Il risultato che balza agli occhi è la forte impennata sperimentata dal settore dell’e-content, una crescita vista come un decollo definitivo all’interno di una nazione ove il settore rimane ancor sempre vincolato da limiti strutturali che solo il tempo sarà in grado di limare.
Per meglio capire le linee risultanti dell’analisi Federcomin è necessario innanzitutto prendere visione dell’illustrazione con cui è delimitato l’ambito di azione della ricerca:
Il perimetro di mercato delle-content
L’analisi è stata in seguito suddivisa nelle categorie “Entertainment”, “Musica digitale”, “Infotainment”, “Video”, “News”, “Beni e giacimenti culturali”, “Turismo”, “Education” e “Adult entertainment”. La ricerca ha preso dunque il via analizzando le varie categorie nei rispettivi ambiti applicativi (Internet, telefonia cellulare, satellite e Digitale Terrestre) e nell’ottica della avviata convergenza mediale. Queste alcune delle considerazioni del report offerto:
- «Permane un’elevata frammentazione a monte della catena del valore, ovvero nella fase della produzione, e una forte concentrazione degli operatori nella fase a valle – rappresentati sostanzialmente da operatori TLC e, nel caso della televisione digitale, dai broadcaster. Si è assistito nel corso del 2005 a un notevole interesse da parte degli operatori, in particolare del
settore dei media e delle telecomunicazioni, che hanno colto più dei produttori tradizionali di contenuti la portata della potenzialità del mercato dell’e-content, dando luogo in alcuni casi ad accordi tra operatori dei due settori e a operazioni di acquisizione volte ad aumentare la presenza sulla catena del valore»; - «Persiste la forte presenza dei produttori esteri in mercati quali musica, giochi e video, che erano già caratterizzati all’origine da una forte presenza internazionale. È nelle fasi di aggregazione e
distribuzione che, al contrario, gli operatori nazionali assumono un ruolo di primo piano, ma solo in rari casi esportano il proprio modello all’estero»; - «Il valore iniziale dei contenuti prodotti in Italia, stimato per il 2005 intorno ai 524 milioni di Euro, si incrementa progressivamente per effetto dei successivi passaggi lungo la catena del valore, fino a raggiungere il valore del mercato finale, stimato pari a 3.316 milioni di Euro»;
- «Il modello free risulta ancora prevalente nei settori turismo e beni culturali, che per loro stessa natura, trattandosi di un’offerta provienente prevalentemente da enti pubblici nell’ambito dell’erogazione di servizi di pubblica utilità, sono finanziati con la spesa pubblica. […] Il modello pay è sempre prevalente in tutti i segmenti in cui l’attore finale è rappresentato da un operatore TLC in grado di assegnare al proprio cliente, direttamente in bolletta o detraendolo dal credito della carta prepagata, l’importo relativo alla fruizione dei contenuti»;
- «La raccolta pubblicitaria legata ai contenuti digitali ha raggiunto un valore pari a 255 milioni di Euro, di cui il 49% è raccolto dai portali internet, il cui modello di business è basato in modo quasi esclusivo sulla pubblicità, seguiti dalla TV, che soprattutto in considerazione della quota di pubblicità attribuibile alla televisione satellitare rappresenta circa il 40% del totale della raccolta. Meno rilevante il peso delle news, che con un valore di 28 milioni di Euro copre circa l’11% della raccolta»;
Il futuro delle-content
L’indagine Federcomin segnala un prepotente aumento della pubblicità online rispetto al 2004 ed accredita tale miglioramento alla «crescente consapevolezza da parte dei clienti della notevole efficacia raggiunta dalla pubblicità su internet». Per il futuro l’attesa è quella di uno spostamento perentorio della domanda verso il modello di «digital lifestyle» trainato dalla pervasiva distribuzione della tecnologia nella vita di tutti i giorni.
La crescita aggregata del settore è scomponibile nelle varie macrosezioni interleggendo un importante segno positivo soprattutto per la musica online, ambito che ha quasi raddoppiato il proprio volume d’affari nell’ultimo anno. Il report consiglia alle istituzione di risolvere il problema del P2P (in particolare si indica con particolare interesse «la proposta in discussione presso il parlamento francese di adottare un dispositivo di licenza globale per legalizzare lo scambio di musica o film sulle reti Peer to Peer, dietro pagamento di un canone mensile congruo e sostenibile da parte degli utenti»), consiglia di regolamentare i micropagamenti e le opzioni di recesso, ed infine consiglia soprattutto di favorire la diffusione delle ICT nelle scuole per la crescita di una generazione più legata al mondo digitale e maggiormente in grado di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.