Era suo amico, ma al tempo stesso era anche innamorato di sua moglie. Voleva poter esprimere i propri sentimenti, ma al tempo stesso non poteva andare oltre lo scrupolo di una sana discrezione. L’amicizia è pur sempre amicizia. Avrebbe voluto far parte di quella coppia, ma in quella coppia non c’era spazio per un terzo incomodo. La soluzione è stata così identificata nella posta elettronica: cosa meglio di qualche email anonima per incrinare un rapporto senza rischiare di firmare con il sangue il proprio operato?
Il progetto, però, non è andato a buon fine. Protagonisti della vicenda tre palermitani poco più che trentenni: una coppia e un amico di famiglia. L’amico, invaghito della donna, ha cercato di mettere in crisi il rapporto della coppia e ci era ormai quasi riuscito. Lo strumento usato era una serie di mail con cui si comunicava alla donna il fatto che suo marito l’avrebbe tradita: la ripetitività dei messaggi e l’anonimato dell’autore aveva ossessionato la donna, la quale si era ormai insospettita del marito ed era pronto a metterlo fuori casa nella convinzione che lo “spam” ricevuto certificasse la sua infedeltà.
Il malcapitato, però, non si è arreso e, forte della propria coscienza pulita, si è rivolto alla Polizia Postale di Palermo per approfondire il caso. La squadra informatica si è così messa al lavoro riuscendo a ricostruire il percorso dei messaggi e risalendo a quello che era l’autore originale delle mail. L’amico (o presunto tale) ha candidamente ammesso le proprie colpe, trovando così modo di rendere trasparente la propria passione per la donna.
Il lieto fine ha riportato a casa il marito. L’antieroe di questa favola dovrà invece ora fare i conti con la legge rispondendo di molestie e ingiurie. E difficilmente riuscirà ora a coronare il proprio malsano sogno d’amore.