Le tecnologie legate alla realtà aumentata presentano un elevato potenziale per quanto riguarda le applicazioni in ambito industriale. L’ennesima dimostrazione arriva da Wolfsburg, più precisamente dal più importante impianto produttivo di Volkswagen, dove l’azienda tedesca ha portato a termine con successo un periodo di sperimentazione durato tre mesi e relativo all’impiego di un visore AR.
Il dispositivo, del tutto simile a Google Glass (gli occhiali di bigG non vengono citati direttamente nel comunicato), proietta nel campo visivo del lavoratore una serie di informazioni utili come il codice di una parte da assemblare e il luogo esatto in cui trovarla. L’interazione può avvenire tramite comandi touch, vocali oppure effettuando la scansione di codici a barre mediante la fotocamera integrata. Il gruppo dichiara che, al momento, sono circa gli 30 operai che ne fanno volontariamente uso, quotidianamente impegnati su parti delle automobili come parabrezza o semiasse. In futuro l’impiego del device sarà esteso anche ad altri segmenti produttivi, compreso quello logistico.
L’impianto Volkswagen di Wolfsburg è il più grande e longevo dell’azienda: inaugurato nel lontano 1938, si estende su un’area che copre complessivamente oltre 500.000 metri quadrati, con più di 60.000 persone impiegate. Lì prendono vita modelli delle linee Golf, Tiguan e Touran. Queste le parole di Reinhard de Vries, Head of Plant Logistics della struttura.
La digitalizzazione sta diventando sempre più importante nel processo produttivo. Gli occhiali smart 3D spingono la cooperazione tra l’essere umano e i sistemi informatici ad un nuovo livello.
Il filo che lega gli automaker alla realtà aumentata ha portato di recente Volvo a siglare una partnership con Microsoft, finalizzata all’impiego del visore HoloLens all’interno dei concessionari del gruppo, per mostrare ai potenziali acquirenti un ologramma della S90 che sarà presentata all’inizio del prossimo anno.