Si è soliti pensare alle self-driving car come a veicoli a cui hanno accesso esclusivamente gli ingegneri impegnati nelle fasi di test e gli addetti ai lavori. Volvo ha intenzione di cambiare questa concezione della tecnologia, con un’iniziativa che coinvolge in prima persona i membri di una famiglia intera di Göteborg: gli Hain. Un progetto che ha molteplici finalità.
Anzitutto si pone l’obiettivo di avvicinare le persone comuni ai sistemi di guida autonoma, consentendo loro di prendervi confidenza in vista di una diffusione progressiva sulle strade pubbliche che inizierà nel corso dei prossimi anni. Poi, serve all’azienda per raccogliere feedback da chi non ha alcuna competenza tecnica specifica, ad esempio sulle modalità di passaggio dalla modalità manuale (quella in cui si agisce su volante e pedali) a quella self-driving, così come sulle attività svolte all’interno dell’abitacolo mentre il computer di bordo si occupa degli spostamenti. Queste le parole di Håkan Samuelsson, president e CEO di Volvo Car Group.
In Volvo Cars facciamo le cose diversamente. Il nostro focus principale è sulle persone e vogliamo rendere più semplici le loro vite. La tecnologia dovrebbe migliorare l’esperienza degli utenti, rendendo la mobilità più sicura, sostenibile e conveniente.
Il coinvolgimento della famiglia Hain da parte dell’automaker svedese rientra a pieno titolo nel progetto Drive Me, attraverso il quale Volvo e altre realtà del mondo automotive collaborano con soggetti pubblici e privati per portare avanti i test di circa 100 veicoli a guida autonoma su larga scala, nell’area di Göteborg. Raccogliere pareri, suggerimenti e critiche costruttive permetterà all’azienda di raggiungere il proprio obiettivo, ovvero quello di lanciare una vettura del tutto self-driving entro il 2021. Di recente il gruppo ha annunciato anche una partnership con Uber, colosso nel settore del ride sharing.