Hotel Centrale, Roma. Mi mandano una mail per segnalare una loro iniziativa: un blog che parla dell’hotel, dei suoi clienti, del contesto in cui è inserito, di Roma. “Toh, cercano la solita marketta” penso. Se poi però mi trovo qui a concederla, un motivo c’è.
No, non mi hanno regalato alcun weekend sotto il Cupolone… maliziosi!
L’hotel promette infatti un approccio ad un certo tipo di utenza, e il progetto sembra fatto francamente con intelligenza:
Ciò che rende questo hotel speciale nel panorama capitolino è la convergenza tra la tecnologia avanzata degli strumenti di comunicazione, quali la telefonia VOIP con domiciliazione delle chiamate ai propri numeri direttamente presso le camere dell’hotel, il collegamento internet a banda larga, l’implementazione del blog per un approccio con l’utente in un’ottica di ‘Web 2.0’ e il fascino dell’arredamento e dell’edificio, un elegante palazzo del ‘700, appena ristrutturato.
Voip, banda larga (domanda: gratis?) e un neonato blog che spiega l’hotel. Bel concept. Non garantisco ovviamente nulla sull’hotel non avendolo provato, ma il fatto di plasmare la propria immagine in un’ottica che guarda alla connettività sembra un impegno incoraggiante, da premiare. Ora un altro piccolo sforzo: perchè non linkare il blog direttamente dalla homepage del sito dell’hotel, di già che ci siamo? E perchè non metterlo direttamente dentro il sito ufficiale, invece che tenerlo a parte, nascosto dietro un url “.wordpress.com” che difficilmente un utente qualsiasi può andare a identificare? Forza, che le markette bisogna meritarsele fino in fondo. Ancora uno sforzo.
Per chiudere, una riflessione: fino a che punto l’utenza geek valuta queste cose come un reale valore aggiunto? Se un blog può essere utile per comunicare e farsi trovare sul web (aumentando le possibilità di impatto e di conversione con l’utenza), l’offerta di VoIP e la banda larga in camera possono essere aspetti che si reputano incisivi nella scelta di un hotel piuttosto di un altro? Fino a che punto questi aspetti sono vendibili, insomma?