Tra le ormai numerose realtà che sono al lavoro sullo sviluppo di tecnologie e sistemi legati alla guida autonoma c’è anche una startup chiamata Voyage, che a differenza di altre focalizza il proprio impegno sulla realizzazione di veicoli da destinare esclusivamente al trasporto pubblico dei passeggeri. Da oggi tra le sue fila può contare anche Justin Erlich, che si occuperà della strategia aziendale, della policy e degli aspetti legali.
Forse a qualcuno il nome non suggerirà nulla, ma si tratta di un ex dipendente Uber, che nel tempo trascorso presso il colosso del ride sharing ha rivestito il ruolo di Head of Policy per quanto riguarda i taxi volanti e le self-driving car. La prima delle due tipologie di mezzi fa riferimento al progetto Elevate che mira a realizzare un’unità in grado di sfruttare la dimensione verticale dello spazio urbano in modo da alleggerire il traffico di superficie e coprire distanze considerevoli in tempi brevi, con un occhio di riguardo alla sicurezza e all’impatto ambientale. Un moonshot come lo definirebbe qualcuno nella Silicon Valley.
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Come si può comprendere dall’immagine di apertura di questo articolo, presa in prestito dalla pagina Facebook di Voyage, la tecnologia è sviluppata con un occhio di riguardo alla fascia senior dell’utenza, quella che per sopraggiunti limiti di età o per problematiche di tipo fisico maggiormente fatica a spostarsi nel contesto urbano. Un approccio quasi inedito (in realtà già Waymo/Google ha condotto esperimenti di questo tipo) e mirato alla definizione di un servizio basato sulle self-driving car. Queste le parole di Erlich, riportate dalla redazione del sito TechCrunch.
Sono davvero entusiasta alla prospettiva di unirmi a un grande team che sta muovendo i suoi primi passi e che si concentra sull’offrire alle comunità i benefici di questa tecnologia, in particolare alle persone anziane.
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