Quella visibile nell’immagine di apertura e di seguito è una pagina del manoscritto Voynich, un codice illustrato risalente al XV secolo (tra il 1404 e 1438), redatto con un sistema di scrittura che ad oggi non è ancora stato possibile decifrare. Al suo interno anche le immagini di piante non riconducibili ad alcun vegetale noto. Da molti è definito “il libro più misterioso del mondo”.
Ora i suoi segreti potrebbero essere svelati, grazie a un’iniziativa che prevede l’impiego di un complesso sistema di intelligenza artificiale. Il progetto è stato messo in campo dal docente di informatica Greg Kondrak e dal suo studente Bradley Hauer, nelle aule della University of Alberta (Canada). Il primo step da compiere è stato identificare in quale lingua siano state scritte le 204 pagine contenute nel volume. Per farlo l’IA è stata alimentata con le 400 versioni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, scritte in altrettanti idiomi. Informazioni utili per cercare poi corrispondenze e pattern ricorrenti all’interno del manoscritto. Ciò ha permesso di superare un primo ostacolo, determinando che la lingua di riferimento per decifrare il Voynich è l’ebraico e non l’arabo come precedentemente ipotizzato.
Da qui si è poi compiuto un ulteriore passo, cercando di comprendere il significato di quanto scritto mediante l’impiego delle competenze umane, sottoponendo il libro a studenti di ebraico, senza però ottenere alcun successo. L’inserimento del testo in Google Translate ha invece restituito una frase grammaticamente corretta, sebbene dal significato apparentemente poco chiaro: “She made recommendations to the priest, man of the house and me and people”, che in italiano si può tradurre come “Ha fatto raccomandazioni al sacerdote, all’uomo di casa, a me e alle persone”.
La palla passa ora nelle mani degli storici, che grazie all’IA possono contare su un nuovo punto di partenza per comprendere i misteri del Voynich. C’è chi suppone che il testo sia interamente composto da alfagrammi ovvero anagrammi in cui le lettere vengono disposte in ordine alfabetico (ad esempio “albero” diventa “abelor”). Lo stesso approccio potrà essere utilizzato con altri manoscritti al momento non ancora interpretati.