Il nome Aurora è forse al momento noto solo agli addetti ai lavori nell’ambito delle self-driving car, ma la startup ha tutte le carte in regola per dire la propria in un settore destinato letteralmente a esplodere entro i prossimi anni. Il suo CEO e co-fondatore è Chris Urmson, dal 2009 al 2016 numero uno del progetto di Google al lavoro sulla guida autonoma.
Al suo fianco ci sono Sterling Anderson (ex Tesla, direttore del programma Autopilot) e Drew Bagnell (in passato nel Advanced Technology Center di Uber). Insomma, un trio che sembra avere le competenze e l’esperienza sufficienti per lasciare il segno. Nomi importanti, impegnati nello sviluppo di una tecnologia ambiziosa, capaci di conquistare la fiducia di due automaker come Volkswagen e Hyundai: entrambi integreranno i sistemi self-driving di Aurora all’interno dei loro veicoli destinati al mercato. La roadmap fissata prevede la commercializzazione dei primi modelli entro il 2021.
Si tratta di una partnership non esclusiva e, stando a quanto riportato sulle pagine del Wall Street Journal, sia Volkswagen che Hyundai hanno confermato di aver avviato trattative anche con Waymo, la divisione di Google-Alphabet impegnata proprio sulla guida autonoma. L’obiettivo è quello di predisporre una flotta di vetture senza conducente per offrire al pubblico un servizio di ride sharing.
Lo sviluppo delle tecnologie dedicate alla guida autonoma sta avvicinando sempre più il mondo delle quattro ruote all’universo hi-tech, aprendo così una nuova era della mobilità, in cui software, complessi algoritmi di intelligenza artificiale, sistemi di machine learning e piattaforme connesse giocheranno un ruolo sempre più importante. Gli automaker (quasi tutti) hanno capito che l’evoluzione è ormai alle porte e irreversibile, il che spiega il continuo annuncio di collaborazioni tra realtà solo pochi anni addietro appartenenti ad ambiti del tutto distanti e differenti, quasi inconciliabili.