Il W3C ha festeggiato il proprio decennale disseminando gli interventi dei vari invitati al W3C10 di ricordi, ma anche (e soprattutto) di progetti. La giornata dedicata alla fotografia di cosa il W3C ha rappresentato negli anni diventa così un momento importante in cui il futuro del web è trapelato da alcune anticipazioni da parte di coloro i quali saranno primi attori delle politiche di cambiamento.
Se l’intervento più atteso era quello di Tim Berners-Lee, l’argomento più importante tra quelli affrontati durante il W3C10 è stato quello del Semantic Web: tra queste due parole si cela infatti la nuova rivoluzione di Internet, un nuovo tipo di connessione tra i contenuti tale da imprimere una nuova svolta alla crescita del web. I primi passi sono già stati fatti e vedono la propria concretizzazione nelle raccomandazioni RDF (Resource Description Framework) e OWL (Web Ontology Language).
Dalle parole di Berners-Lee traspare esplicitamente una sorta di eccitazione che già permeava durante il «pre-Web». James Bell, responsabile HP, raccoglie le stesse sensazioni rapportandole in una curiosa metafora: (a proposito del Semantic Web) «è come l’elettricità, quando la gente ha smesso di parlarne ha iniziato a discutere a proposito delle interessanti cose nuove che si sarebbero potute inserire nel muro».
Rivolgendo un occhio al passato i vari relatori hanno salutato il W3C ricordando i primi passi del gruppo e sottolineandone il ruolo centrale nell’organizzare la crescita di un media che, più di ogni altro, ha in breve tempo pervaso le abitudini di ogni giorno. Un confronto numerico spazza presto via ogni criterio di raffrontabilità quantitativa: la diffusione che Internet ha avuto in 4 anni (50 milioni di utenti connessi) il telefono l’ha raggiunta in 38 anni e, molto più tardi, la tv in 13 anni.